Giovani e lavoro, "a Messina ti sfruttano e ti trattano come una pezza" VIDEO

Giovani e lavoro, “a Messina ti sfruttano e ti trattano come una pezza” VIDEO

Ilaria Mangano

Giovani e lavoro, “a Messina ti sfruttano e ti trattano come una pezza” VIDEO

giovedì 21 Novembre 2024 - 14:05

Una giovane racconta le sue esperienze lavorative in città. "Al nord è diverso. Qui si lavora se sei figlio di..."

MESSINA – Giovani e stanchi del lavoro. Non di lavorare ma di essere sfruttati. È un problema tutto italiano, è vero, ma che si è sviluppato soprattutto al sud, normalizzandolo. Una giovane testimone racconta: “La mia esperienza lavorativa a Messina? Posso solo definirla pessima. Io ho studiato fuori e non per mio volere, ma semplicemente perché il mio corso di studi non c’era qui, nella mia città. Durante l’università, per poter mantenere un tenore di vita accettabile, pur subendo prezzi assurdi per l’affitto, ho lavorato. Lì, al nord, non ho avuto grossi problemi lavorativi. Nel nord Italia era tutto sempre contrattualizzato. Qui un’utopia. Inoltre, anche il trattamento che mi riservavano sul posto di lavoro era diverso. Mi sentivo molto più rispettata. A Messina ti sfruttano e ti trattano anche come una pezza”.

“Ho fatto uno sbaglio enorme a tornare”

Terminati gli studi la testimone, che preferisce rimanere anonima, ha deciso di tornare a Messina, nella speranza di potersi stabilire nuovamente nella sua città, dopo aver accumulato tantissime esperienze fuori. Ma, soprattutto, desiderava poter tornare a vivere vicino alla sua famiglia. “Ero contenta ma ho fatto uno sbaglio enorme. Ho iniziato, parliamo di post laurea, a fare degli stage nel settore amministrazione per pochissimi soldi, con un rimborso spese di circa 200-300 euro. I soldi non bastavano neanche per la benzina. Contratti? O assenti o co.co.co.. Quest’ultimo non ti dà proprio tutela, come se non ci fosse”, spiega.

“Ci fanno sentire come se non valessimo nulla”

Da qui ha iniziato a capire la differenza fra nord e sud. E prosegue: “Dopo tanta fatica nel trovare un’occupazione, ero riuscita a ottenere un posto di lavoro nel settore abbigliamento. Non era il mio campo, ma andava bene lo stesso. Mi avevano fatto un contratto, ma lavoravo più ore del dovuto, ovviamente gratis. Mi facevano passare il badge prima di terminare il turno, sennò costavo troppo all’azienda. Arrivi a un punto in cui ti domandi se vale davvero la pena restare. La cosa che più mi fa imbestialire è quando dicono che i giovani non hanno voglia di lavorare. Per colpa loro, dei datori di lavoro e delle persone così, ci fanno sentire terribilmente inadatti. Come se non valessimo nulla. Nonostante ciò, noi siamo decisamente più istruiti e capaci di loro. Siamo semplicemente nati in una epoca, per l’Italia, sbagliata. Loro hanno goduto della bella Italia, noi ne paghiamo il prezzo. Il loro prezzo”.

“I datori di lavoro pensano che siamo anche stupidi”

Per un periodo, la giovane ha scelto di rifiutare qualsiasi opportunità lavorativa. “Ho deciso di proseguire facendo vari corsi di formazione e rifiutando ogni forma di schiavismo. Perché, parliamoci chiaro, questo non è lavoro. Una volta mi sono anche sentita dire da un datore di lavoro che qui al sud pagano meno perché il tenore di vita è meno costoso rispetto al nord. Giustificando così le misere 600€ per un full-time senza un giorno libero. Tra l’altro, fuori legge. Ma lui non credeva che io lo sapessi. In generale, pensano che siamo anche stupidi. Ma poi quale tenore di vita più basso? Le bollette, la spesa, le visite mediche si pagano ugualmente. E anche gli affitti sono aumentati“, sottolinea la giovane.

“Bisogna denunciare”

Una situazione che va avanti da anni, peggiorando nel tempo. “L’ultima esperienza risale a qualche mese fa. Mi avevano fatto una proposta che sembrava allettante per Messina. Finalmente la proposta di un contratto ma con meno ore rispetto a quante avrei dovuto lavorarne. Parliamo di 2 ore al giorno a fronte di un lavoro da 8 ore al giorno. È assurdo. Stavolta ho rifiutato. Sono stanca di farmi sfruttare. Sono andata a denunciare all’Ispettorato del lavoro. Passerà tempo ma bisogna denunciare. Chi ci tutela, sennò?”, prosegue.

Conclude in lacrime e amareggiata: “Si chiedono perché i giovani vanno al nord. Siamo arrivati a odiare la nostra terra, non offre nulla per colpa di persone che non fanno altro che guardare i propri interessi. Qui si lavora solo se sei figlio di, se hai conoscenze. Questa terra ormai è persa”.

Racconta la tua storia

Negli anni abbiamo condiviso tantissime storie: tutte diverse, tutte importanti. Siamo pronti a raccontarne tante altre, per dare visibilità a quelle voci che meritano di essere ascoltate. Che si tratti di un’esperienza personale, di un problema lavorativo che preoccupa, di un disservizio che ha creato difficoltà o di un’ingiustizia subita, Tempostretto è qui per ascoltare e dare forza alla storia dei lettori.

Inoltre, se non si vuole apparire in video o foto, nessun problema: possiamo raccontare la storia in forma anonima. Scriveteci su WhatsApp al numero 366 872 6275.

11 commenti

  1. Denunciare tutti: avvocati, ristoratori, negozianti, imprenditori edili, scuole private etc, etc, se denunciamo tutti si ritrovano con problemi giudiziari e nessuno da sfruttare.

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  2. Ti sfruttano perché non ci sono mezzi adeguati per contrastare il fenomeno. Faccio un esempio; se la finanza entra in un negozio e ti vede lavorare e ti dice da quanto tempo sei là, ovviamente dovrai mentire. Tutti noi abbiamo una tessera sanitaria e tutti i negozianti un registratore di cassa, fate in modo che il registratore di cassa sia abilitato a leggere la tessera sanitaria dei lavoratori. Così facendo la finanza non dovrà più chiederti da quanto tempo sei la ma semplicemente chiederti la tessera. Se poi il titolare ti obbliga a passare la tessera prima e poi restare ….. là saranno cavoli suoi da spiegare in caso di controllo.

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  3. È come dice Giuseppe, specie nelle scuole paritarie dove alcune persone di mia conoscenza si sono sentite rispondere che il loro salario sarebbe consistito nel punteggio che avrebbero acquisito e quindi nella possibilità di entrare con tempo nel pubblico.
    Sono pronti a sfruttare il bisogno della gente.
    Non parliamo poi dei praticantati presso gli studi professionali.
    Un giretto me lo farei anche nelle Rsa private in giro per la città.
    La mancanza di alternative e di denunzia rende questi sciacalli forti e i nostri giovani senza un futuro.
    Tutti sanguisughe senza dignità.

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  4. Chi di competenza…si faccia un giretto nelle ditte di impiantistica e ascensori e ne vedrete delle belle…e soprattutto denunciate sempre. è il momento di dire basta…basta a essere sfruttati; basta a lavorare senza adeguati DPI e senza adeguata formazione.
    Cordialmente.

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  5. Giuseppe Pagani 22 Novembre 2024 06:52

    Sono con la ragazza in tutto e per tutto. La fotocopia della mia vita, ho 66 anni e da 40 anni vivo al nord, obbligato ad uscire dalla mia città per gli stessi motivi. Sfruttamento, e se non sei figlio di o amico di non concluderai mai nulla non vale la preparazione e la capacità. Pur amando sempre la mia terra non ho commesso l’errore di ritornare. Oggi in pensione vivo in una piccola città piemontese che mi dato la possibilità di realizzarmi senza chiedermi di chi ero figlio di o amico di. Quando ritorno a Messina per brevi periodi ci lascio il cuore ma quando penso agli anni trascorsi in città sino a 26 anni circa non mi pento della scelta fatta.

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  6. mi vien da piangere quando penso a tutti i bla bla bla dei vari Convegni, Sturtup SDS organizzati con tanta enfasi da BASILE e soci…….ho partecipato da spettatore curioso a quasi tutti , pubbirazzu, blabla bla inglesismi e relatori che forse venivano dall’aldilà…….BUDDACILANDIA

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  7. nei bar utilizzano tutti lo stesso metodo, se ti fanno un contratto è sempre part time, ti pagano per 3 ore e ne fai almeno 6 se non 8, se protesti ti cacciano minacciandoti che se fai la vertenza non lavorerai più in città.

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  8. Se però la tessera sanitaria quando vai a lavorare la dovrai strisciare nel registratore di cassa prima di iniziare a lavorare la finanza in caso di controllo saprà da quanto tempo sei là. Se poi il datore di lavoro ti obbligherà a strisciare e poi restare al lavoro saranno problemi suoi in caso di controllo.

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  9. I prezzi degli affitti sono ormai insostenibili e ingiustificabili in tutta Italia . Non dico che si dovrebbe ripristinare l’ Equo canone di decenni fa, ma va posto un tetto, perche’ gli affitti esosi si ripercuotono sui prezzi, sugli stipendi dei dipendenti e sui guadagni.

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  10. Ecco il vero problema che affligge il Sud Italia e città come Messina! I giovani se ne vanno e ci credo che vadano via! Li sfruttano e non li pagano neppure per le ore che lavorano.Questi sono i temi che dovrebbero interessare la città altro che mercatini di Natale e rustin e mancia! Il futuro dei nostri giovani non è nella loro terra. Questo è sicuro. Devi andare via se vuoi farti una vita. Io l’ho fatto nel lontano 1975. Annusai l’aria che respiravo, non avevo conoscenze come alcuni fortunati miei compagni e dopo il militare desisi di cambiare aria e adesso grazie a Dio ho la mia famiglia e non mi manca nulla. Ma ho sempre un rimpianto. Non aver potuto lavorare nella mia città natale. Siamo abbandonati da tutti. Siamo la terra di nessuno. Parlano perchè hanno la bocca, ma non affrontano mai i veri problemi dei giovani. Dovrebbe essere compito della poilitica e delle forze progressiste lottare per il lavoro e per i diritti. Invece lottano si ma per i loro sporchi interessi. Io credo che la scomparsa del PCI e di quello che quel partito rappresentava per le masse lavoratrici è stata una grande sciagura! Nel Sud Italia e in Sicilia in particolare manca una forza politica che difenda le istanze dei giovani, il loro diritto a lavorare dove sono nati. Ma non c’è più la forza di manifestare, di ribellarsi. La gente delega gli altri per il futuro della propria esistenza. Ma se non sei tu stesso a lottare per i tuoi diritti nessuno ti aiuterà mai!

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  11. Come è stato detto, l’unico modo è denunciare. Ma se il Governo, il Parlamento, non intervengono con Leggi atte a moltiplicare in modo esponenziale i controlli, servirà a poco. Controllare, e ricontrollare; ripassare più volte nelle stesse aziende, e se alla prima ti faccia una multa, alla seconda ti faccio chiudere. Molti fanno i furbi, e, passato il controllo, si sentono tranquilli per un paio d’anni. E no, e lì che si deve tornare, a sorpresa. Solo così si comprende se l’imprenditore l’ha capita!

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