Ideato da D'aRteventi e con il sostegno dell'Università di Messina, il progetto vuole dare vita a un percorso riabilitativo attraverso l'arte teatrale
di Giuseppe Fontana e Silvia De Domenico
MESSINA – La volontà di fare rete, la voglia di proseguire quanto già fatto nel 2017 e, soprattutto, l’idea di sfruttare l’enorme potenziale di arte e teatro per dare vita a un percorso rieducativo rivolto ai detenuti. È così che prende forma il progetto “Liberi di essere liberi”. Attraverso il linguaggio teatrale, con laboratori, spettacoli, ma anche percorsi di avvicinamento a mestieri come la sartoria e la scenografia, l’iniziativa vuole creare una vera opportunità di crescita e di riabilitazione per i detenuti.
“Sono inorgoglita da questo progetto”, ha spiegato Angela Sciavicco, direttrice della casa circondariale di Messina. “Forse siamo gli unici a livello italiano ad avere un laboratorio teatrale diventato un vero centro culturale, un palcoscenico aperto a tutto il territorio, luogo di incontro e confronto. Siamo felici di collaborare sempre più con l’università e ci rende molto orgogliosi. Abbiamo finalmente l’opportunità di parlare della realtà carceraria anche in maniera positiva, non solo puntando il dito sugli episodi di violenza come fatto in tutto il Paese durante il lockdown. Faremo conoscere alla collettività quella comunità carceraria che vuole rivisitare il proprio passato in maniera critica”.
Soddisfatta anche Daniela Ursino, presidente dell’associazione D’aRteventi, che ha voluto ringraziare tutti gli enti che hanno fatto rete intorno al progetto, dalla Casa Circondariale all’università di Messina, fino al Tribunale di Sorveglianza e al Ministero della Giustizia. “Questo è un altro tassello che si aggiunge”, speiga Daniela Ursino, “e miriamo a rafforzare e sottolineare il valore riabilitativo della pena. Lo faremo insieme agli studenti di Scienze Politiche e Scienze Giuridiche. Vogliamo portare il bello dentro, creare un’osmosi tra il mondo esterno e il mondo interno”. Domani gli studenti incontreranno i detenuti all’interno della Casa Circondariale, all’interno del Teatro “Piccolo Shakespeare”.