I lavoratori di Just Eat: "Chiediamo l'aumento delle ore contrattuali" VIDEO

I lavoratori di Just Eat: “Chiediamo l’aumento delle ore contrattuali” VIDEO

Marco Olivieri

I lavoratori di Just Eat: “Chiediamo l’aumento delle ore contrattuali” VIDEO

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lunedì 05 Dicembre 2022 - 16:35

Al fianco dei rider la Filt Cgil: "Mettere insieme uno stipendio con 10/15 ore è davvero difficile. Basta straordinari e part-time". La replica

MESSINA – Sciopero degli straordinari a oltranza dal primo dicembre. A Piazza Antonello, in assemblea retribuita, i lavoratori di Just Eat, i cosiddetti rider, quelli che in moto o in bici, qualcuno anche in auto, portano il cibo nelle case delle persone rivendicano i loro diritti in un confronto con l’azienda. E chiedono l’aumento delle ore contrattuali. Il loro è un servizio che si può svolgere anche a tempo pieno e non limitato a 10/15 ore. “Basta straordinari e part-time”, è la loro richiesta.

“Mettere insieme uno stipendio con 10/15 ore è davvero difficile”

Nella sera di domenica 4 dicembre, tra una canzone di De Gregori e una di De André, lì da dove partono per le consegne, i dipendenti si mobilitano. Al loro fianco, la Cgil di Messina, con il segretario generale Pietro Patti, e la Filt (Federazione Italiana Lavoratori Trasporti) Cgil, con il dirigente Gianmarco Sposito. Sottolinea quest’ultimo: “Non avendo avuto un riscontro positivo dall’interlocuzione con l’azienda, abbiamo scelto di procedere con questo sciopero degli straordinari. Le motivazioni? C’è un problema di pianta organica perché questo servizio era iniziato con un 55/56 lavoratori e, a seguito di dimissioni, l’organico si è ridotto. Ora sono in 34. E la nostra richiesta è di aumentare le ore contrattuali. Attualmente, i contratti sono part-time. Ci sono due persone con 30 ore e la maggioranza ha contratti di 10/15 ore settimanali. Mettere insieme uno stipendio con 10/15 ore è davvero difficile”.

Sposito, oltre alla richiesta di un aumento delle ore contrattuali, mette l’accento sul “problema dell’utilizzo dei mezzi aziendali: i lavoratori di Just Eat utilizzano i mezzi propri e questo va risolto in termini giuridici. C’è anche un problema di sicurezza del lavoro: il servizio viene sospeso solo quando le intemperie risultano catastrofiche. Non c’è un luogo di lavoro anche dove ripararsi in caso di maltempo. Loro sono gli unici contrattualizzati, nel settore, ma ancora non appieno all’interno del contratto collettivo della logistica. Abbiamo chiesto pure un aumento relativo alle consegne, un premio di produzione, per ora basso. Al diniego, abbiamo deciso di entrare in stato d’agitazione”.

Per il segretario della Cgil Pietro Patti, “parte da Messina questa mobilitazione e mi auguro che ci possano essere risultati per questi lavoratori, l’anello più debole della nostra società. Hanno un contratto di lavoro di poche ore e il sindacato vuole dare un segnale forte a favore di chi è più debole. Si tratta di un ambito in espansione e questi lavoratori fanno tantissimo straordinario. Ecco perché è giusto che siano aumentate le ore. La domanda c’è. Grazie alla Cgil e agli altri sindacati confederali sono stati contrattualizzati. Ora è il momento di fare un altro passo in avanti nel segno dei diritti”.

La replica

Pronta la replica da parte di Davide Bertarini, capo della sezione “Delivery” di Just Eat Italia.

“Per Just Eat la sicurezza dei nostri rider, insieme alla tutela della salute e alla creazione di condizioni di lavoro dignitose, resta la nostra priorità. Ad oggi Just Eat è l’unica multinazionale del settore digital food delivery ad aver sottoscritto con le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil un contratto nazionale che inquadra i nostri rider come dipendenti, una scelta etica e responsabile su cui continueremo a fare importanti investimenti, con l’obiettivo di tutelare ulteriormente i lavoratori e garantire la loro sicurezza. In linea con questo approccio, e con il riconoscimento da parte dei sindacati nazionali della validità della procedura aziendale, in caso di condizioni meteo particolarmente sfavorevoli, applichiamo procedure molto chiare, in cui ci attiviamo per chiudere temporaneamente il servizio di ritiro e consegna ed evitiamo che nuovi ordini siano assegnati ai rider. Il servizio viene poi riattivato nel momento in cui le condizioni tornano ad una situazione che permette di effettuare consegne in sicurezza. Teniamo inoltre a precisare che a fronte di notevoli investimenti per l’assunzione dei rider e la loro formazione, l’azienda ha l’obiettivo di valorizzarne il ruolo di professionisti – e anche laddove emergano criticità, prevediamo delle sessioni di ascolto e supporto individuale, dove incoraggiamo un dialogo costruttivo al fine di trovare soluzioni congiunte. In particolare, ci siamo impegnati per stabilizzare il lavoro dei rider dipendenti il più possibile e lo abbiamo fatto aumentando le ore di contratto a oltre 1500 dipendenti nell’ultimo anno”.

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3 commenti

  1. Lettore di Tempostretto 5 Dicembre 2022 22:13

    Quindi se i clienti concentrano gli ordini durante una fascia oraria ristretta (tipo la cena), secondo Sposito si devono aspettare fino all’indomani per aumentare le ore ai suoi iscritti? Perché, per aumentare le ore, bisogna diminuire le teste. Ma sì, carichiamo di costi anche le consegne a casa, così i clienti rinunceranno anche a quelle, dopo aver già rinunciato alle serate in pizzeria.

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  2. Io lavoravo con Just Eat prima della sciagurata decisione di assumere con contratto da dipendente. Come libero professionista guadagnavo il triplo. Per forza ci siamo licenziati quasi tutti e adesso lavoriamo con deliveroo, glovo e Uber. L’autonomia dei rider è l’unica strada percorribile.

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  3. A percorre certe strade l’unico risultato è non vederne mai la fine,sicurezza inesistente,più che autonomia parlerei di Karakiri

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