Selvaggio e Minardi raccontano come la droga arrivava dalla Locride a Messina
La panineria “Il Panino” di via Cesare Battisti a Messina era diventata la base del narcotraffico dei calabresi. Grazie ad un parente diretto del potente capo ‘ndrina Giuseppe Morabito, detto “u tiradrittu”, nel locale del centro città arrivavano settimanalmente cocaina e marijuana che poi veniva smerciata nelle principali piazze di Messina.
Lo hanno scoperto i Carabinieri del Comando Provinciale che oggi hanno fatto scattare il blitz denominato Scipione, con 18 arresti in carcere e uno ai domiciliari. Tra i raggiunti dalla misura anche Giovanni Morabito, già arrestato nel 2006 per aver sparato in viso alla sorella in pieno centro, a Messina, perché rimasta incinta di un impiegato di Questura.
In carcere anche diversi nomi noti come Angelo Albarino, titolare della panineria, Stefano Marchese e i fratelli calabresi Salvatore e Costantino Favasuli.
La droga che arrivava dalla Locride veniva smerciata anche in un chiosco vicino agli imbarcaderi e a casa di un altro nome noto della criminalità, Giuseppe Selvaggio, tra i protagonisti del traffico. È stato lui a svelarlo agli investigatori, pentendosi dopo l’arresto del 2017. Altra conferma è arrivata da un altro pentito, Giuseppe Minardi di Giostra, cugino di Albarino, che non partecipava al gruppo ma lo conosceva bene. Tra gli spacciatori messinesi, anche il defunto Salvatore Santo, detto “Farinella”, noto capo ultras del Messina Calcio.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
Angelo Albarino, Giovanni Albarino, Stellario Brigandì, Fortunato Calabrò, Santo Chiara, Rinaldo Chierici, Roberto Cipriano, Giuseppe Coco, Alessandro Duca, Costantino Favasuli, Salvatore Favasuli, Adriano Fileti, Stefano Marchese, Gianpaolo Milazzo, Giovanni Morabito, Francesco Spadaro, Maria Visalli, Marcello Viscuso. Ai domiciliari Orazio Famulari.