Viaggio alla scoperta di un luogo simbolo di Messina, da riqualificare per il bene culturale e turistico della città.
di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Silvia De Domenico
MESSINA – All’interno della Città del Ragazzo, area in cui la Città metropolitana di Messina darà vita a diversi nuovi servizi, riqualificandola nelle strutture e nell’utilizzo, c’è una lunga e tortuosa stradina, ormai dissestata e preda di rocce e piante, che porta all’antico Forte Castellaccio. Un luogo simbolo della città, presidio delle difese messinesi per secoli e che dalla Seconda guerra mondiale in poi, fino a inizio anni ’90, ha “ospitato” quella che è stata poi chiamata Villa Pia, una vera e propria colonia per bambini, rifugio sicuro in tempi difficili, luogo fatto di incontro, socialità e istruzione.
La storia del Castellaccio
“Il Castellaccio è il forte più antico della città di Messina – spiega Enzo Caruso, esperto di fortificazioni oltre che assessore a Turismo e Cultura -. Nel periodo di Carlo V, quando decise di far diventare Messina la chiave del regno, non una semplice colonia ma territorio spagnolo, lui fortificò la città dotandola di mura potentissima e di quattro fortezze regie: Gonzaga, San Salvatore, il forte di Mata e Grifone che oggi è il Sacrario di Cristo Re, e appunto il Castellaccio”. La storia vuole che dopo un lungo tempo di abbandono, negli anni ’40 il forte venga riscoperto: “Nel dopoguerra è stato dato in concessione alla Città del Ragazzo e padre Nino Trovato lo trasforma in Villa Pia, una vera e propria colonia per ragazzi”.
La testimonianza di Enza Trovato
A testimoniare quegli anni c’è Enza Trovato, la nipote di padre Nino: “Io c’ero e mi ricordo che lui raccontava di aver avuto l’utilizzo di un forte completamente diroccato, non risparmiato dai bombardamenti. E qui, dove c’era un piccolo bosco e aria salutare della collina, aveva fatto la residenza dei bambini piccoli. Dopo di che è stato necessario riformare questo stato di cose e ha iniziato a costruire i dormitori, la cucina, la mensa, l’infermeria e poi la scuola alle spalle, intitolata a monsignor Valdelli, uno degli artefici degli aiuti economici che venivano direttamente dagli americani e amministrati dalla Pontificia opera di assistenza su incarico del Papa”.
Caruso: “Valorizzare il Castellaccio come il gemello Gonzaga”
“Tante generazioni si sono alternate qui e non sa quanti tornano da fuori Messina e da fuori Italia – racconta Enza Trovato -. Vengono qui per rivedere dove sono cresciuti. C’è chi ha fatto il capo dell’ufficio postale alla stazione centrale di Londra, ad esempio. Sono tanti”. Caruso spiega altri dettagli, dalle gallerie utilizzate come via di fuga alle mura antiche. Recentemente, dopo Villa Pia, era stata l’Agesci con i suoi scout a recuperare gli spazi: “L’obiettivo era ospitare sia i ragazzi sia i capi scout da tutta Italia per corsi di formazione e incontri nel periodo estivo”.
“Ho un amore particolare per questo luogo – spiega poi l’assessore -, e ora che sono anche assessore per la Valorizzazione delle fortificazioni voglio fare in modo che rientri nella cintura dei forti valorizzati, da promuovere per territorio e turismo. Rientrando nello stesso ambito della Città del Ragazzo, una volta che la Città metropolitana ha acquisito tutto il compendio, si è pensato di chiedere la concessione demaniale del forte per intercettare un finanziamento già messo in cantiere per il restauro al pari di Forte Gonzaga. Avremmo così entrambi i gemelli come terrazze spettacolari da cui far ammirare il nostro territorio”.
Padre Nino è stato un grande, quasi un padre Annibale del dopoguerra, meriterebbe l’intitolazione di una strada o di una scuola