"Il Covid è pericoloso per i soggetti fragili e l'ospedale è ancora in trincea" VIDEO

“Il Covid è pericoloso per i soggetti fragili e l’ospedale è ancora in trincea” VIDEO

Marco Olivieri

“Il Covid è pericoloso per i soggetti fragili e l’ospedale è ancora in trincea” VIDEO

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giovedì 26 Gennaio 2023 - 18:30

Rao, direttore sanitario dell’Irccs Centro Neurolesi: "Vaccini e antivirali preziosi alleati ma serve un nuovo modello d'assistenza territoriale"

MESSINA – “Siamo in una fase di grande difficoltà. Il Covid fa 100 morti al giorno e continua a segnare il nostro lavoro. Da un lato occorre garantire continuità nell’assistenza delle patologie non Covid; dall’altro bisogna fronteggiarlo, anche se non presenta la stessa pericolosità di prima. Però per i pazienti anziani e immunodepressi, continua a essere un elemento pericolosissimo da contrastare con una ripresa della vaccinazione. Abbiamo questo strumento che, soprattutto ai fragili, garantisce un maggior livello di protezione”. Giuseppe Rao, direttore sanitario dell’Irccs Centro Neurolesi “Bonino-Pulejo” di Messina, racconta come l’epidemia che ha condizionato i nostri ultimi tre anni non sia scomparsa per decreto e vada aggiunta alle tante emergenze ospedaliere.

Precisa il direttore Pippo Rao: “Oggi abbiamo gli antivirali e i monoclonali per combatterlo ma il Covid, specie in questa fase invernale, ci impegna in maniera importante. Oggi ci sono modalità organizzative differenti con le cosiddette bolle o nuvole, creando un isolamento ma assicurando che al paziente sia data un’assistenza adatta alla patologia prevalente. Registriamo tuttora, al pronto soccorso, un buon numero di positivi. Non siamo ai numeri drammatici di un tempo ma tra Covid, assistenza delle patologie tradizionali e influenza, il sistema è messo a dura prova. Sulla base dei contagi, aumentano i posti letto per far fronte alle necessità assistenziali. Oggi, con un’eventuale impennata del virus, potrebbe essere necessario rivedere anche l’organizzazione, di concerto con la Regione. Aziende sanitarie, medici di famiglia, realtà territoriali assistenziali: solo facendo sistema si riesce a dare risposte. Serve soprattutto un nuovo modello territoriale, decongestionando pronto soccorsi e reparti”.

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