Messinesi in festa lungo il percorso. La carovana è stata accolta con grande entusiasmo, tra show, musica e gadget: tanti bambini e la bellezza della città mostrata all'Italia
di Matteo Arrigo e Giuseppe Fontana
MESSINA – Una traguardo in volata tagliato in una manciata di secondi, con Démare a vincere la quinta tappa del Giro d’Italia. Una festa rosa, fatta di musica, sport, gadget e sorrisi dei più piccoli, durata ore e che ha coinvolto tantissimi messinesi. La corsa rosa ha attraversato la città portando con sé la solita grande dose di spettacolo e gioia, come solo un evento come il Giro sa fare. Messina, dal canto suo, si è fatta trovare pronta.
Il villaggio al Duomo e le strade invase da messinesi
A Piazza Duomo tra modelle, sponsor e gadget lanciati alla folla o vinti ai vari stand, la gente si è divertita. Dall’ora di pranzo in poi, il “villaggio” rosa ha animato tutta l’area, sfruttando i grandi spazi di fronte la Cattedrale. E nelle vie limitrofe, sgomberate dalle auto, file di persone (e tantissimi bambini) si sono disposte lungo le strade per applaudire ed esultare al passaggio della carovana. Una manciata di secondi, giusto il tempo di vederli correre a velocità supersonica verso il traguardo, ma quanto basta per sentire quel pizzico di orgoglio e di ospitalità verso il grande evento.
Messina bella ed entusiasta
E poi l’emozione di Vincenzo Nibali, che ha scelto la sua città per annunciare il ritiro a fine stagione, abbracciato dall’affetto dei suoi cittadini. E mentre la Rai mostrava Messina in tutta la sua bellezza, dalle coste ai laghi, dai monumenti alle splendide geometrie, i messinesi l’hanno animata con il proprio entusiasmo, con le voci e i colori. Erano passati 5 anni dall’ultima volta: la speranza è che lo Stretto possa essere scenario di una tappa del Giro d’Italia non tra altri 5, ma molto prima.
Uno dei piu’ grandi campioni di ciclismo di tutti i tempi
originario della nostra città, dovremmo essere orgogliosi
e cercare di valorizzare il ciclismo come sport principale
in città, sport che insegna la fatica e l’impegno che ci
vuole per ottenere risultati di prestigio. Dare risorse
economiche a questo sport porterebbe a creare una
scuola di ciclismo, viste anche le belle montagne che
abbiamo e non farebbe partire tanti giovani al Nord
per poter coronare i propri sogni di professionismo,
come ha dovuto fare Vincenzo Nibali