L'avvocata Aurora Notarianni: "Il decreto ha profili d'incostituzionalità e riesuma la costosissima società. Bisognava ripartire da zero"
di Marco Olivieri, montaggio e riprese di Matteo Arrigo
MESSINA – “Sono passati dieci anni rispetto a un progetto che non è stato approvato. Non si può ridare vita a un progetto che non c’è. L’unico effetto è quello di riesumare la vecchia e costosa società”. In materia di Ponte sullo Stretto, l’avvocata Aurora Notarianni è sul fronte del “no”. In prima fila, assieme un gruppo di lavoro, la legale del Wwf solleva una serie di problemi di natura costituzionale, economica, strutturale e ambientale in merito al decreto che ha “resuscitato” la società Stretto di Messina e all’operazione messa in atto. Invita coloro che potrebbero avere le case espropriate (“riguardo a terreni e case, dieci anni dopo, il valore andrebbe quantificato e non è stato fatto”) a inserirsi nei procedimenti in corso (“è il momento di azioni individuali”). Il suo punto di partenza è semplice: “Andava azzerato tutto. Rianiamare la società Stretto di Messina è davvero discutibile, con un progetto mai approvato. Gli studi sul ponte dovevano ripartire da zero”.
Ma che cosa propone questo gruppo di lavoro? Per l’avvocata Notarianni, “il trasporto e il collegamento devono essere dinamici e non si realizzerebbero con questo vecchio progetto. Occorre ricominciare a studiare. Scienza e tecnica possono immaginare un ponte sullo Stretto. Ma non quel ponte, quel progetto che non ha ottenuto le autorizzazioni, da quella d’impatto ambientale alle altre, e si è fermato nel 2013. La prima a dire che non è realizzabile è stata la stessa Impregilo. Da qui un contenzioso. C’è anche un problema di rivalutazione economica, con l’inevitabile aumento delle spese, e bisogna fare tesoro delle nuove conoscenze in materia antisismica”.
“Si continuano a sperperare risorse”
Aggiunge la legale: “Vorrei sottolineare pure che nell’emendamento al regolamento Cef2 (Connecting Europe Facility) di finanziamento alle Ten-T, Rete transeuropea di trasporto, c’è un accenno eccessivamente breve: autostrada Villa San Giovanni – Messina, linea ferroviaria passeggeri, linea ferroviaria merci (ponte – collegamento fisso). Decisamente un po’ poco per vederci chiaro su quest’opera. Nel frattempo, si continuano a sperperare risorse. Il decreto, nei confronti del quale non mancano i rilievi di costituzionalità, regge nella riesumazione della società Stretto di Messina, che non è stata cancellata per via dei contenziosi. Ma si giustifica poco una transazione a danno dell’unica parte che ha vinto nel contenzioso, lo Stato, e a vantaggio del contraente che era soccombente”.
In sostanza, sostiene Notarianni, “resusciti una società, dai al commissario compensi che superano quelli dei grossi manager, nomini un comitato scientifico che paghi profumatamente e ti prepari ad assumere fino a 100 persone. Di fatto, si crea una struttura che serve solo a sé stessa. In più il vecchio progetto contrasta con l’articolo 9 riformato della Costituzione, che tutela il paesaggio, e con i nuovi piani paesistici”.
CONTINUA
Buongiorno e grazie, a voi ed all’avvocata Aurora Notarianni per la pregevole intervista. Mi piacerebbe approfondire il tema della dichiarazione al minuto 2:45 del video, ovvero: “… la prima a dire che quel progetto non era proprio realizzabile fu proprio Impregilo …”. Vi chiedo la cortesia, se possibile, di indirizzarmi verso le fonti che riportano l’affermazione di Impregilo. Cordialmente, Domenico.
La Sicilia-Trinacria e`un’Isola mediterranea straordinaria per storia paesaggio cultura autonomia sociale ed economica ed oggi per megainteressi di parte nazionali e internazionali la si vorrebbe ridurre ad un'”appendice” del continente europeo mediante la sceneggiata del Ponte megagalattico irrealizzabile e disastroso per la memoria e la fisionomia di questa antichissima terra.
Ci sono carrozzoni che non “ponno” assumere come la Società Ponte sullo Stretto e carrozzoni che “ponno” assumere come il Parco dei peloritani.
Solo uno come Salvini poteva essere usato per riprendere un progetto ormai risaputo di essere irrealizzabile.
Ma parla sul serio? Non è possibile