Lo scrittore messinese Mario Falcone è autore del libro "La stella spezzata", nel segno della memoria
di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Matteo Arrigo
MESSINA – Mario Falcone è uno scrittore e sceneggiatore di razza. Messinese, è tornato nella sua città, anche se non dimentica il legame saldo con Roma, e il suo nuovo romanzo s’intitola “La stella spezzata”, per Edizioni Kalós. Una storia romana di persecuzione degli ebrei, nell’Italia del 1938, vista attraverso gli occhi di tre ragazzini: Gioele e Magda, fratelli ebrei, e Marco, non ebreo, che vive dall’altra parte del ghetto, a Trastevere. Si tratta di un libro che proprio alle nuove generazioni si rivolge e, da parte sua, l’autore parteciperà a un incontro promosso dalla prefettura, venerdì 27 gennaio, in occasione del Giorno della memoria.
Una storia di persecuzioni e amicizia vista con gli occhi dei ragazzi
Spiega Falcone, tra i suoi romanzi “L’alba nera” (in primo piano il terremoto del 1908) e “Manuela” e sceneggiatore per Cavani, Carlei e Soavi, tra i vari registi, in una mattina nuvolosa a Piazza Cairoli: “In origine era una sceneggiatura che non si è trasformata in un film per la Rai. Dopo molti anni, dialogando con la scrittrice e amica Tea Ranno, è balenata l’idea di trasformare la sceneggiatura in un romanzo destinato ai ragazzi. Dato che mi piace raccontare le vicende viste dal basso, dalla parte delle persone semplici, La stella spezzata è una storia d’amicizia, d’innocenza, d’amore, sentimenti e resilienza”. Il tutto, aggiunge lo scrittore, “in un contesto storico, dal 1938 al 1945, di orrori soprattutto nei confronti del popolo ebraio con i rastrellamenti, le razzie e i campi di concentramento. Il libro ha un contesto storico dettagliato e il Tevere è testimone di eventi drammatici ma anche di momenti di grande solidarietà e vicinanza al popolo ebreo perseguitato”.