L'assessore comunale alla Cultura Enzo Caruso, in occasione della tre giorni dedicata ai 114 anni dal sisma, fa un bilancio dell'ultima serata. Le letture di dodici giornalisti
intervista video con Marco Olivieri
MESSINA – 31 secondi che fecero tremare Messina e Reggio rievocati in una tre giorni dedicata al terremoto del 1908. Iniziative promosse dagli assessorati alla Cultura e alla Protezione civile, con gli assessori Enzo Caruso e Massimo Minutoli. In primo piano sia l’importanza della memoria sul piano culturale, sia della prevenzione e messa in sicurezza.
Caruso auspica convegni scientifici internazionali, dedicati al tema del terremoto, e fa un bilancio dell’ultima serata, soffermandosi sulla terza serata al Palacultura di giovedì 29 dicembre: “Una serata all’insegna del ricordo e del recupero di inediti racconti ed episodi riferiti alla tragica alba del 28 dicembre 1908, organizzata per il Comune di Messina dall’assessore alla Cultura Enzo Caruso, in collaborazione con l’assessorato alla Protezione civile e coordinata da Nico Pandolfino, con l’ausilio di Andrea Parisi e Antonio Grasso, e condotta con classe e professionalità dalla brava giornalista Simona Arena. Una serata intensa e ricca di emozioni, iniziata con le ultime note dell’Aida appena conclusasi al teatro Vittorio Emanuele la sera del 27 dicembre 1908 e, a seguire, la simulazione acustica in platea dei 31 secondi della scossa che, a partire dalle 5:21, seppellì sotto le macerie vite umane e la storia millenaria di Messina”.
Continua l’assessore: “Poi la narrazione di Daniele Gonciaruk, interpretata con voce profonda e trepidante, con i racconti della tragedia e il tardivo intervento del governo Giolitti che aveva superficialmente sottovalutato l’immane catastrofe. Quindi, le letture dei dodici giornalisti, volti noti della stampa locale: Nuccio Anselmo, Saro Pasciuto, Alessio Caspanello, Simona Arena, Paola Floriana Riso, Edoardo Abramo, Nazario Nulli, Rachele Gerace, Patrizia Vita, Marco Olivieri, Rosaria Brancato, Graziella Lombardo (nella foto, n.d.r.), che hanno dato voce a quanto scrissero i cronisti che giunsero a Messina nel gennaio del 1909. Giornalisti come Luigi Barzini, Domenico Oliva, Guido Mazzoni, Guelfo Civinini, Jean Carrére e Ada Negri, descrivendo, in modo oggettivo, senza condizionamento alcuno, ciò che videro e che comunicarono al mondo: la tragedia degli orfani, l’immensità delle macerie, l’impossibilità ad avvicinarsi alle case cadute pena la fucilazione, l’incendio del Municipio che mandò in fumo le anagrafe e i certificati catastali e di proprietà, cancellando così, in modo definitivo, l’identità e l’esistenza dei sopravvissuti”.
Ricorda Caruso: “E infine, il saluto del sindaco Federico Basile, sulle immagini di una Messina a colori, che rinasce e vuole rifarsi bella, attraente e protagonista del proprio futuro, e l’intervento del vescovo ausiliario Cesare Di Pietro, con i ricordi dei racconti di famiglia legati al terremoto. Grazie, ai 12 giornalisti che hanno giocato uno splendido gioco di squadra, uniti sul palcoscenico non nella veste di cronisti contemporanei, ma cronisti del passato, capaci di interpretare magistralmente emozioni, sentimenti, passionalità. Grazie a Daniele Gociaruk che ha prestato la sua arte ad una commemorazione particolare e originale, che ha preso spunto da un precedente lavoro realizzato in video nel 2020 per la commemorazione del 112° anniversario del terremoto, in piena pandemia, dall’assessorato Cultura, con il coordinamento di Nico Pandolfino, le riprese e il montaggio di Antonio Grasso, coadiuvato da Andrea Parisi e l’intervento dell’allora sindaco Cateno De Luca.