Il graphic novel sulle leggendarie Dina e Clarenza verrà presentato questa sera alle 18.00 alla Feltrinelli Point di Messina
Servizio di Silvia De Domenico
Dina e Clarenza in graphic novel
“Vorrei che la leggenda di Dina e Clarenza e della resistenza del Vespro siciliano uscissero dai nostri confini. Non vedo perché tutti debbano conoscere simboli di eroismo come Braveheart e non la nostra storia”, così il fumettista messinese Lelio Bonaccorso racconta l’idea da cui è nato “Vento di libertà”. Nel suo ultimo fumetto, già presentato a Palermo, finzione e realtà storica si intrecciano: è la storia di una resistenza al femminile, attuale oggi più che mai.
Il graphic novel sulle leggendarie Dina e Clarenza verrà presentato questa sera alle 18.00 alla Feltrinelli Point di Messina, in via Ghibellina. Un incontro con l’autore aperto al pubblico, in cui Lelio Bonaccorso dialogherà con l’artista Alessia Di Fiore.
“Messina protagonista dei miei fumetti…”
Messina è ancora una volta protagonista dei lavori del giovane illustratore. “La città dello Stretto è sempre al centro delle mie narrazioni proprio perché ho l’obiettivo di valorizzare il nostro patrimonio artistico, culturale e storico, che merita di essere raccontato a livello nazionale e io credo anche internazionale”.
I giovani che non se ne vogliono andare
Lelio e tanti altri giovani fumettisti che hanno collaborato alla realizzazione di “Vento di libertà” (Giuliana La Malfa, Debora Braccini, Alessandra Oliveri, Giuliana Rinoldo e Fabio Franchi) svolgono il loro lavoro da qui e non se ne vogliono andare. La loro è una scelta precisa, vivere e lavorare in una città che anno dopo anno si spopola. Tanti loro amici sono andati via, ma loro sono rimasti. “Abbiamo la possibilità di lavorare da casa, noi illustratori siamo da sempre in smartworking. La nostra scelta vuole essere un simbolo, un esempio. Certi lavori si possono fare anche da qui, dobbiamo cercare se possibile di resistere a questa emorragia pazzesca dell’emigrazione, uno di quei problemi di cui si parla troppo poco e si fa quasi niente”.