E' il Verbo che fa da collante a tutta la liturgia. Tutta la nostra vita è piena di promesse. Promesse fatte forse mai mantenute, mai realizzate, disattese nei confronti spesso di noi stessi, degli altri, di Dio
Nella quarta domenica di Avvento il Verbo che fa da collante a tutta la liturgia è Promettere!
Tutta la nostra vita è piena di promesse, le tappe più importanti della nostra esistenza sono costellate di promesse! Promesse fatte forse mai mantenute, mai realizzate, promesse disattese nei confronti spesso di noi stessi, degli altri, di Dio! Il problema è che partiamo sempre da quello che noi siamo capaci di promettere e che poi per la nostra scarsa buona volontà, per le situazioni che nella vita incontriamo o semplicemente per superficialità non siamo puntualmente capaci di portare a termine.
La fede non è fatta dalle promesse che noi facciamo a Dio altrimenti sarebbe una battaglia persa in partenza! La nostra fede è il segno più bello di quelle promesse che il Signore ha fatto a noi e che hanno come garante lui stesso e che non verranno mai meno.
La promessa fatta al re “La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”» nella prima lettura, ci fa toccare con mano che il Signore nonostante le debolezze di Davide porta a termine ogni cosa. Il Vangelo dell’Annunciazione è la promessa più bella che possa essere mai stata fatta all’uomo da Dio: “…concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.” Solo Dio mantiene sempre ciò che promette basta solo fidarsi di lui, basta solo dire di Si, come Maria perché “nulla è impossibile a Dio”!