Dopo lo sbaraccamento è diventato un nonluogo. Una nuova casa per 33 famiglie, ora si procederà con le demolizioni
servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Parte da via Catanoso il nostro viaggio nelle baraccopoli di Messina. Ogni settimana visiteremo una delle aree di risanamento censite prima da Arisme e ora dall’ufficio commissariale diretto da Marcello Scurria. E sarà proprio lui a farci da guida nel dedalo delle baracche.
Una delle aree di risanamento più a rischio
Per la prima puntata siamo stati nel rione Gazzi, qui le baracche sono state costruite a ridosso di un torrente. Via Catanoso, infatti, era una delle aree di risanamento più a rischio proprio perché quando pioveva le casette non solo si allagavano, ma la furia dell’acqua invadeva l’intera via. I vecchi muri delle baracche ne portano ancora i segni.
“L’architettura fai da te” per mettere al sicuro le baracche
“Qui gli abitanti avevano trovato delle soluzioni di architettura fai da te per mettersi al sicuro”, spiega il sub commissario Scurria. Le baracche più vicine al muro del Policlinico, infatti, erano più alte rispetto a quelle a monte della via. In queste case si accedeva tramite scalette in ferro proprio per sollevare la quota del pavimento e proteggere la casa dalla furia dell’acqua piovana. Il piccolo torrente, che poi confluisce nel Gazzi, scorre proprio fra le baracche e il muro perimetrale del Policlinico di Messina. Sono proprio le baracche stesse a fare da argine al torrente. Questo causava ovviamente continue infiltrazioni e allagamenti. Gli abitanti delle case più a valle nelle giornate di abbondanti piogge erano costretti a scappare da casa propria per mettersi al sicuro.
La baraccopoli sgomberata diventa nonluogo
“Tornare qui, in una baraccopoli che adesso è diventata un nonluogo, mi fa un certo effetto”, racconta Scurria. Con lui ripercorriamo tutte le tappe di questo sbaraccamento: dall’assegnazione delle nuove case a come è cambiata la vita di 33 famiglie. Oggi la lunga via, in cui abitavano da un lato e dall’altro circa 100 persone, è completamente vuota. Gli assegnatari hanno portato tutto, o quasi, nelle nuove case, comprese porte e infissi. Nelle baracche e lungo la strada sono rimasti solo mobili da smaltire e rifiuti qua e la. Ecco come diventano discariche le baraccopoli abbandonate.
Via Catanoso fra le 7 demolizioni del 2024
Presto di procederà con le demolizioni. Via Catanoso, infatti, rientra fra le 7 baraccopoli che verranno cancellate nel 2024. Qui non sorgerà nulla, il risanamento consisterà soprattutto nella messa in sicurezza del torrente. Una volta buttate giù le case, infatti, si potrà liberare il greto da erbacce e rifiuti gettati negli anni.
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