Entro un anno e mezzo il recupero dovrà essere completato: la soddisfazione della soprintendente Vinci e dell'arcivescovo Accolla
interviste di Marco Olivieri, riprese, montaggio e foto di Silvia De Domenico
MESSINA – “Sono emozionata. È per me un giorno speciale. Ci tenevo molto al recupero di questo luogo speciale”. Così la soprintendente ai Beni culturali Mirella Vinci commenta la consegna dei lavori per la messa in sicurezza e la fruizione della cripta del Duomo di Messina. Con lei, l’arcivescovo di Messina monsignor Giovanni Accolla, il sindaco Federico Basile, il vicesindaco Salvatore Mondello, la storica dell’arte Stefania Lanuzza e l’editore di Tempostretto Pippo Trimarchi.
A eseguire i lavori sarà l’impresa Ldr di Macerata, che si è aggiudicata la gara bandita dal Comune di Messina. Le opere dovranno essere realizzate in 365 giorni lavorativi, circa un anno e mezzo. Il progetto, redatto dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Messina, è stato finanziato, per complessivi 524 mila euro, con risorse del dipartimento delle Infrastrutture e mobilità della Regione Siciliana. Sull’importanza di “rispettare i tempi previsti” si è soffermato l’arcivescovo, che si è augurato di “restituire alla città la cripta nel 2025, anno del Giubileo”.
Si tratta di una campagna che il nostro giornale ha promosso in questi due anni. In particolare, decisivo per giungere alla messa in sicurezza e alla fruizione è stato il ruolo del Comitato per la Cripta del Duomo, il cui referente è il nostro editore, Pippo Trimarchi, che aveva acceso i riflettori mediatici sull’importante di questo patrimonio da recuperare, sostenendolo nelle votazioni per “I luoghi del cuore Fai”. La Cripta del Duomo di Messina si era classificata al 15° posto in tutta Italia e, poco dopo, la Regione aveva promesso il finanziamento per il recupero.
I lavori previsti
Nel dettaglio, i lavori prevedono il consolidamento e la pulitura dello scenografico apparato decorativo a stucco e dei frammenti pittorici ad affresco di grande rilevanza storico-artistica; la ricollocazione delle originarie pavimentazioni rinvenute durante i lavori del 2000, in particolare del pavimento seicentesco in cotto laterizio e del pavimento normanno in lastre in calcare; il trattamento dei rivestimenti murari; la messa in opera di una passerella in acciaio inox dimensionata secondo il percorso di visita e dei servoscala per consentire l’accesso ai diversamente abili. Ed ancora l’allestimento di un breve percorso espositivo di alcuni reperti scultorei lapidei provenienti dalla cripta e dall’antica fabbrica del Duomo.
E intanto il tempo passa inesorabilmente.
Quante cose da fare sono ferme da anni o vanno avanti a passo di formica. In questa città per vedere le cose fatte bisognerebbe vivere 200 anni, forse.
Almeno cari…politici, abbiate la delicatezza di non vantarvi di quello che s’ha da fare perché c’è solo da piangere.
Chi seguirà i lavori?
In Italia siamo campioni in questo: far perire le infinite bellezze per incuria e trascuratezza e mettere in bella mostra obbrobi di ogni genere , dagli abusi edilizi alle discariche a cielo aperto.
Abbiamo voglia e bisogno di sperare che questa Amministrazione meno chiassosa e social della precedente lasci un segno tangibile e incoraggiante ai messinesi.