Niente luci, cancelli sempre aperti, vegetazione in stato incontrollato e una discarica che cresce quotidianamente. Le aziende chiedono un intervento all'amministrazione
di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Silvia De Domenico
MESSINA – A novembre l’area Irsap di Larderia, conosciuta come ex Asi, un grande plesso industriale in cui si trovano almeno una quarantina di aziende, versava in condizioni pessime. Una discarica a cielo aperto accoglie parte degli ospiti, tra clienti e investitori, che si recano giornalmente o periodicamente in una delle fabbriche, industrie, aziende o magazzini, presenti. Oggi, due mesi dopo, la situazione è identica. Tanto che alcuni degli imprenditori dell’area hanno scelto di alzare nuovamente la voce, chiedendo un tavolo tecnico all’amministrazione comunale o quantomeno delle risposte su come verrà risolta la situazione.
I capannoni nell’area sono 51, di cui una decina non utilizzati. A parlare sono stati Giuseppe Santonocito, Santi Procopio, Nino Interdonato e Sergio Tomasello, spiegando e raccontando ciò che vivono ogni giorno. Non è soltanto un problema di immagine ma anche di salute pubblica, con spazzatura ai bordi della strada e una discarica non da poco, ancora presente al fianco di un furgone abbandonato, proprio al centro dell’area ex Asi. Ci sono anche rimorchi di autotrasporti lasciati a marcire sotto le intemperie, problemi legati all’illuminazione e, quindi, alla sicurezza.
Dai problemi di illuminazione all’abbandono
Santonocito racconta: “Questa faccenda parte da almeno 10 anni, quando l’Asi, oggi Irsap, ha abbandonato di fatto la zona, che doveva essere il fiore all’occhiello della città per quanto riguarda l’artigianato e l’industria. Magari vengono persone da fuori che vogliono investire, ma quando vedono questo degrado scappano via”. Procopio incalza: “La notte non sappiamo cosa succede, è tutto buio e i cancelli sono sempre aperti. Ci sono auto che entrano, camion che vengono posteggiati: diventa la strada di tutti, non c’è alcun controllo”.
“Ci sentiamo abbandonati”
“Ci sentiamo abbandonati”, raccontano sia Procopio sia Interdonato. Quest’ultimo spiega: “Non c’è manutenzione di nessun tipo. Sporcizia ovunque. L’illuminazione non esiste, non si può andare avanti così”. Stesso racconto di Tomasello, che evidenzia un altro aspetto: “Diversi dipendenti vengono qui con i mezzi pubblici. Si fermano fuori dai cancelli ed entrano. Ma la sera? D’inverno? Non è il massimo”. L’azienda di Tomasello si è trasferita nell’area a settembre: “Non c’aspettavamo questo contesto. Così è difficile anche far venire fornitori e clienti, non è il massimo”.
Chiesto un tavolo tecnico
“Abbiamo coinvolto l’Irsap, che ha risposto di aver mandato una pec al Comune denunciando la situazione – spiega in chiusura Santonocito -. Chiediamo all’amministrazione un tavolo tecnico per arrivare alla risoluzione di questa incresciosa situazione”. Che è un “vero peccato – racconta Procopio -perché ci sono circa 10 capannoni abbandonati, disabitati. Ma resteranno così se non si investe in un contesto simile”.
Caminiti: “L’obiettivo è il rifacimento dell’impianto di illuminazione, servono 120.000 euro”
L’area è passata da un paio d’anni sotto la competenza del Comune di Messina dopo diverse leggi regionali, l’ultima della quale nel 2018. E così mentre l’Irsap vigila sui regolamenti delle attività industriali al posto dei consorzi Asi, ormai soppressi, è dell’amministrazione comunale la responsabilità dell’arredo urbano, dell’illuminazione, della rete idrica e di quella fognaria. Di recente, contattato da Tempostretto, così si era pronunciato l’assessore comunale alla Difesa del suolo Francesco Caminiti: “Per quanto riguarda strade e reti, sono state consegnate in pessime condizioni e sono da rifare. E si dovrà procedere al rifacimento dell’impianto di iluminazione”. Il depuratore è sotto sequestro giudiziario, mentre per l’impianto ci vorranno 120.000 euro e il Comune ha preparato una relazione.
In programma una bonifica della zona
“Messinaservizi ha in programma una bonifica della zona e già siamo intervenuti in alcune aree”, sottolinea Mariagrazia Interdonato, presidente della partecipata, raggiunta da Tempostretto.