10 artisti per due stazioni, quelle di Reggio e Messina, progettate dallo stesso architetto Angiolo Mazzoni tra il 1937 e il 1939.
REGGIO CALABRIA – L’arte contemporanea ha il potere indiscusso di riprendersi gli spazi, di occuparli, di ridisegnarli nelle forme e riempirli di nuovi contenuti spesso disturbanti, inaccessibili ma carichi sempre di suggestioni poetiche. E’ il caso di Station to station il progetto espositivo promosso dalla galleria Techné in sinergia con RFI (Rete Ferroviaria Italiana). 10 artisti per due stazioni, quelle di Reggio e Messina, progettate dallo stesso architetto Angiolo Mazzoni tra il 1937 e il 1939. La mostra si avvale dei contributi critici di Bianca Pedace e Giuseppe Capparelli. Un viaggio nel viaggio doloroso della pandemia, senza mai sfiorare la facile retorica. Un percorso sui binari dell’introspezione e delle domande che hanno attraversato le coscienze degli artisti restituendo opere volutamente inaccessibili e criptiche come sono spesso le risposte.
Gli artisti
Grazia Bono, Gianni Brandolino, Pino Caminiti, Angela Pellicanò, Felipe Perez, Francesco Petrone; Technelab, Zeroottouno, Ninni Donato, Lucilla Ragni e Mustafa Sabbagh si sono incontrati in stazione per dare vita ad una esposizione dal “forte sapore emblematico. Un viaggio breve, ma intenso che si apre al sociale. Noi di Techné abbiamo da anni questo “vizio”, restituire luoghi sigillati alla comunità, come nel caso del bunker che ospita la mostra. Uno spazio scoperto durante i lavori di riqualificazione e chiuso da circa 80 anni” riferisce ai nostri microfoni Angela Pellicanò.
Nuovi modi di vivere
Anche la Stazione di Reggio Calabria, quindi come quella di Messina, si apre al bello ai grandi progetti di arte contemporanea così come accade ormai da tempo anche nel resto delle grandi città italiane “la stazione di Reggio è stata riqualificata nel corso di questi anni, questo le ha permesso di integrarsi con la città. In questi mesi tanti sono stati i progetti in collaborazione per esempio con la Croce Rossa. Oggi grazie alla proposta di Techné anche l’arte contemporanea entra nel luogo simbolo per eccellenza del viaggio e della ricerca artistica.” ci dice Sergio Stassi (responsabile territoriale RFI).
Viaggi e vita
E in effetti, aggiungiamo noi, la location scelta per il primo cortometraggio della storia del cinema è proprio una stazione. L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (1896) dei fratelli Lumierè non è che la metafora della vita che corre veloce sui binari, ma ha sempre bisogno di un luogo dove fermarsi, ritrovarsi e creare.