L'assessore regionale: "Archiviate le critiche seguite alla mia nomina è giunto il momento di lavorare. Ed ho in mente in progetto importante..."
INTERVISTA VIDEO all’assessore regionale ai Beni culturali (di Carmelo Caspanello, riprese Matteo Arrigo) “Il rilancio della Cultura in Sicilia passa dagli Stati generali. Sto lavorando ad un progetto importante…”. L’assessore regionale Alberto Samonà guarda al prossimo futuro con moderato ottimismo. “Archiviate le critiche seguite alla mia nomina – evidenzia – è giunto il tempo di lavorare. In autunno organizzeremo una tre giorni dedicata ai Beni culturali e alla Cultura, suddivisa per sezioni. Parleremo delle Soprintendenza, dei Beni culturali e del tema della cultura partendo dai mestieri della stessa cultura: mi riferisco ad attori, registi, macchinisti… Il tutto dialogando con l’assessore al Turismo. Parole che si devono trasformare in proposte e fatti”.
Quella ormai alle porte “sarà una estate di ripartenza – spiega Samonà – con le necessarie misure sanitarie. Non ci saranno grandi spettacoli, grandi eventi. Qualcosa ci sarà, di qualità e nella garanzia del distanziamento. Per i grandi eventi dovremo aspettare”. (Carmelo Caspanello) L’INTERVISTA INTEGRALE
Lasciate perdere Samona’ perché dovrebbe spiegare il motivo per cui con tanti grandi teatri all”aperto e piazze non è possibile preparare l’estate siciliana. Basterebbe contingentare gli ingressi realizzare eventi meno dispendiosi ma comunque attrattivi. Io credo che dare a questo girovago dei partiti un’incarico così delicato sia stato un grave errore che delude profondamente tutto il popolo siciliano a prescindere dalla collocazione politica. La lega fuori dalla Sicilia, non abbiamo proprio nulla da guadagnarci!
Ad un seguace del terrorista di destra Stefano Delle Chiaie, ed in più opportunista politico della peggior specie, nessuna persona moralmente sana poteva affidare un incarico istituzionale, men che meno quello di assessore ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Ma forse in riferimento a quest’ultimo aspetto si voleva forse far riferimento alla storica tradizione siciliana di sottomettersi ruffianamente al dominatore straniero di turno.