A tu per tu con il deputato regionale riconfermato
Di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Silvia De Domenico
MESSINA – La foto di Gullotti e Germanà nel segno di una Democrazia cristiana che dominava la scena nel secolo scorso. L’immagine dello scudo crociato e, nello stesso tempo, il movimento dinamico di giovani che animano la sede di via Primo Settembre. Ora quartier generale di Luigi Genovese, eletto per la seconda volta deputato regionale e figlio di Francantonio Genovese. Dal più volte ministro Gullotti al senatore Luigi e all’ex sindaco e deputato Francatonio Genovese fino ad arrivare al giovane Luigi: una storia che continua, tra alti e bassi.
Onorevole Luigi Genovese, lei è stato rieletto ma non è più “mister preferenze” come cinque anni fa: da 18mila a più di novemila preferenze, oggi in Popolari e Autonomisti. Che cosa è successo?
“È cambiato lo scenario ma sono soddisfatto del risutato perché premia un gruppo che aveva più candidature di rilievo al suo interno. Mi piace pensare che questo gruppo, con poco più di 14mila voti, abbia avuto un risultato collettivo. Malgrado ci siano state in città e provincia candidature di persone nuove, seppure non identificabili con persone diverse da Cateno De Luca (il più votato, n.d.r:), abbiamo retto”.
I Popolari e Autonomisti ora puntano alll’assessorato nella giunta Schifani…
“I Popolari e Autonomisti, nelle figure di Saverio Romano e del presidente Raffaele Lombardo, sono stati tra i primi sostenitori del presidente Schifani. E tutti collaboreremo con lui. Naturalmente ci sarà uno spazio in giunta. In base ai numeri, a Popolari e Autonomisti dovrebbero toccare due assessorati o uno? Non lo so. Non è questo il tema centrale. L’importante è sapere quando partirà questo governo in modo da cominciare tutti a rimboccarci le maniche e lavorare”.
Messina è una città che soffre sempre di più e adesso il caro bollette rappresenta un altro passo indietro sul piano economico. Quali le soluzioni per invertire la rotta?
“Sento la responabiilità di affrontare i problemi di Messina, acuiti da dinamiche spesso nazionali, più che regionali. Ma penso che il presidente Schifani si farà portavoce di queste istanze. Non ci possiamo pemettere in Sicilia di perdere le nostre aziende”.
Secondo Cateno De Luca, lei potrebbe perdere il seggio a favore di un candidato delle sue liste e ha annunciato ricorso, sostenendo che si registra uno scarto minimo. Lei è preoccupato e come valuta il risultato del leader di Sicilia Vera?
“Io non sono preoccupato. Il risultato sembra cristallizzato ma aspetto la proclamazione. Vorrei dire a Cateno De Luca che non ho la preoccupazione che aveva lui cinque anni fa, quando il suo seggio scattò per molto poco. Il vero tema è l’affermazione politica. E quella c’è stata. Secondo me lui sta facendo una battaglia più per tenere con sé Alessandro De Leo (3.732 voti in “De Luca sindaco di Sicilia – Sud chiama Nord”, n.d.r.), che è un bravissimo ragazzo ma numericamente ha dimostrato che non poteva competere per il seggio. La lista per De Luca è andata bene ma la ripartizione dei seggi è questa. Ritengo che non si possa cambiare la norma. Poi siamo qui. Siamo abituati a tutto”.
Come valuta la personalità De Luca?
“La personalità De Luca è poco istituzionale e questo mi dispiace. Spero per lui che, quando affronterà all’interno delle aule parlamentari, la sua azione politica di opposizione, lo farà in modo istituzionale. Purtroppo, fino ad ora, ci siamo abituati ad altro”.
Siamo in una sede storica. Chi è per lei Francantonio Genovese, figura che evoca i successi politici ma anche la condanna confermata dalla Cassazione per i Corsi d’oro 2 e i processi?
“Mio padre è il mio primo consigliere. Però a chi parla della mia azione politica facendo rifermento a lui, dico semplicemente che in questi anni il parlamentare l’ho fatto io. Il gruppo parlamentare l’ho costituito io. Lui rimane sempre il mio punto di riferimento essenziale. Ma ormai sono io a svolgere in prima persona l’attività politica”.
Qual è il consiglio che le ha dato suo padre?
“Tenere duro. Sempre. Essere forti e andare avanti”.
Lei che idea si è fatta dei problemi giudiziari che ha avuto suo padre?
“Sui tempi con cui sono arrivati un’idea personale ce l’ho. Penso però che non sia il caso, a differenze di altri colleghi che tendono a esprimere all’esterno queste opinioni personali, manifestare queste perplessità. Penso che si debba andare avanti. Le cose si affrontano e si chiariscono. Poi, se i tempi sono sospetti, lasciamo la valutazione alle persone”.
Suo padre è stato attaccato soprattutto in relazione alla formazione del consenso. Pensiamo ai corsi di formazione. Qual è, secondo lei, il punto nodale nella formazione di questo consenso e il confine che non va oltrepassato?
“Il punto focale nella ricerca del consenso è esserci sempre, essere presenti, essere disponibili, ascoltare. Ascoltare non solo l’elettorato ma anche, e soprattutto, chi non ti ha votato. L’idea è quella di essere riferimento istituzionale per il territorio. Poi, voto più o voto meno… Si è detto tanto sulla formazione professionale. Cinque anni fa già la formazione professionale era crollata e ho confermato gli stessi voti di dieci anni prima (Ottenuti dal padre, n.d.r.). Non mi preoccupano i dati elettorali. Il tema è lavorare per la nostra realtà. Ed è quello che proviamo a fare sempre. E i risultati si vedono”.
Che cosa manca al centrodestra a Messina?
“Io penso che al centrodestra sia mancata una leadership forte e stabile. E penso che l’affermazione del presidente Schifani possa essere una controtendenza forte per il centrodestra. Oggi lui è un riferimento serio e credibile. E penso che si possa ripartire da lì. La coalizione ha avuto un’affermazione importante a livello nazionale e regionale e, con i due governi, lavorerà per costruire un centrodestra sempre più forte. Si tratta dell’unica realtà coesa e credibile all’interno dello scenario politico”.
La Dc è ancora un modello per lei?
“Sì, nei valori. Se ti snaturi, significa che non eri un vero democristiano”.
Suo padre passò dal centrosinistra al centrodestra, seppure in un momento giudiziario delicato. Lei potrebbe fare un analogo passaggio di schieramento?
“Io faccio parte di un movimento regionalista che si colloca nel centrodestra. Sono integrato in questo contesto e non esistono alternative a questa realtà”.
Bravo Luigi, giovane messinese.
Ti conosco poco ma sei abile, preparato e soprattutto, diversamente da chi ci ha rappresentati e isolati fino ad oggi, istituzionale.
Abbiamo bisogno di persone come te a rappresentarci. Non di chi, come il politico di Fiumedinisi, scredita gli altri, quando non sono dalla sua parte, per mettere in bella luce sé stessi.
Senza papà, avresti preso non più di 20 voti.
Se non ti manda papà, però, il tuo percorso politico è stato molto agevolato da papà.
No comment
E allora siamo in una botte di ferro. Viviamo sicuri e tranquilli perché adesso il fenomeno messinese è Luigi Genovese!
Senza papà, dove saresti? Almeno abbi l’umiltà di riconoscerlo.
Una speranza per la città. Signorilità e competenza. alla faccia dell’arroganza di chi non ha altra dote né politica né umana.
La speranza dagli altri è il pane quotidiano della famiglia, assieme al bisogno e alla mancanza di opportunità di lavoro.
Magari la prossima volta rimane a casa. Non abbiamo bisogno di lui.
Ma l’onorevole cosa ha fatto per la città? Ma qualcuno lo ha mai visto in giro per la città? Fatemi sapere per favore se mi sono perso qualcosa. Piuttosto, esiste da qualche parte un suo curriculum di un certo spessore?
Finalmente un giornalista che fa domande chiare e scomode…bravo Marco Olivieri
Ma con quale faccia si possono dire certe cose? Vorrei capire in questi 5 anni, oltre a cambiare partito, cosa ha fatto di concreto per la sua provincia.
Cos’è, una barzelletta?
Caro Onorevole Genovese, come vede i commenti alla sua intervista non sono per nulla favorevoli. Ne tragga le conseguenze. Un mestiere alla sua età fa ancora in tempo a impararlo. Saluti
Tranquilli siamo su scherzi a parte……………………….