Il campione olimpico di Sydney 2000 a Villa Dante su invito della Messina Social City ha tenuto una masterclass insieme a Cristian Brocchi per il progetto Way
MESSINA – Secondo appuntamento con i campioni a Villa Dante. Dopo Gianluca Zambrotta e Cristian Brocchi nuovamente convocato quest’oggi dalla Messina Social City l’ex centrocampista del Milan e allenatore che ha avuto come compagno di avventura, all’interno della struttura polifunzionale “Esisto”, l’ex nuotatore e campione olimpico Massimiliano Rosolino. Entrambi hanno intrattenuto i tanti presenti raccontando le loro prime esperienze in un incontro moderato da Dafne Zampino, la Masterclass andava a trattare gli argomenti “sport e valori” e il “fair play”.
Entrambi gli ex atleti hanno spesso sottolineato che la differenza l’ha fatta la voglia di allenarsi e fare sacrifici. Accettando determinate cose e anche rinunciando in determinati momenti della loro vita a qualcosa. Un aspetto su cui entrambi concordano è che spesso dietro al momento di gloria raggiunto dietro ci stanno tanti km fatti in vasca o ore spese in campo a prepararsi a quello che viene.
Alla fine dell’incontro spazio per le foto e gli autografi con Massimiliano Rosolino che ha monopolizzato l’attenzione e ha anche diretto per qualche minuto l’allenamento dei nuotatori nella vicina piscina, dove erano impegnate le società Power Team, Ulysse e Calypso. Valeria Asquini, presidente della Messina Social Cuty ha aggiunto: “L’importante in questo progetto è stato dare l’opportunità a tutti di provare uno sport che risponda alla proprie abitudini e passione. Questo era l’obiettivo, come anche fare sinergia sul territorio creando legami che resistono al di là del progetto. In questo percorso abbiamo conosciuto tantissime associazioni”.
Rosolino: “Due minuti che mi hanno cambiato la vita”
Era il settembre del 2000 quando Massimiliano Rosolino fermava il cronometro in 1’58″98 e andava ad aggiudicarsi l’oro olimpico nei 200 misti. “Meno di due minuti di gara a Sydney 2000 mi hanno cambiato la vita” ha raccontato alla platea odierna. L’ex nuotatore ora ambasciatore del nuoto italiano e papà di due sportive ha affrontato sacrifici e fatto scelte e invoglia tutti a non arrendersi mai e i genitori a sostenere sempre i ragazzi.
In particolare ci tiene a precisare: “Non confondiamo il tifoso e l’invidioso, il primo vuole condividere le tue emozioni, il secondo minimizza e fa la vittima. Io ho fatto i sacrifici spostandomi da casa, da Napoli ho nuotato a Caserta. Spesso non tutti si spostano dalla loro comfort zone, chi ha fatto sport è anche più propenso al sacrificio” e in aggiunta con grande sportività ha ammesso che a volte si trova qualcuno che è più bravo perché si è impegnato di più.
Brocchi: “Lo sport fa diventare persone per bene”
Dopo l’intervento sulla formazione di ieri, Cristian Brocchi è intervenuto sul concetto di fair play che per lui rappresenta “la quotidianità, un modo di vivere e che mi è stato chiesto e insegnato in alcuni momenti della mia vita. Queste regole che ci venivano imposte in spogliatoio e tra compagni ci hanno permesso di diventare persone per bene”.
Ha raccontato un curioso aneddoto avvenuto durante uno dei suoi allenamenti nelle giovanili. In quel caso ha saltato parte di un esercizio pensando di non essere visto dal suo allenatore, al termine della seduta il suo tecnico lo ammonì facendogli capire che non faceva un torto a lui ma a sé stesso. Da quel giorno Brocchi ha sempre fatto qualcosa in più dei compagni ed è convinto che questo, e le scelte sulle priorità della vita, lo abbiano portato ad alti livelli: “C’era un mio compagno nelle giovanili più bravo tecnicamente e strutturato meglio fisicamente di me, io sono arrivato in alto perché mettevo al primo posto studio e allenamenti, lui magari la sera usciva con gli amici e non si allenava sempre al meglio”.
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