Lo scrittore e sceneggiatore Mario Falcone: "Basta piangerci addosso sul terremoto, serve una visione"
di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Matteo Arrigo
MESSINA – “Messina anni Cinquanta e Sessanta era bellissima. Noi ragazzi la amavamo. Io ho vissuto 42 anni a Roma e sono tornato qui da poco: nessuna valorizzazione del mare e troppi problemi. La mia sensazione è che manchi una visione: io immagino Messina come Atlantic City ma senza casinò”. Lo scrittore e sceneggiatore Mario Falcone, “La stella spezzata” è il suo ultimo romanzo, immagina la sua città piena di alberghi, locali, biblioteche, librerie e con l’affaccio sullo Stretto nel segno della cultura e del turismo.
Aggiunge Falcone, domani 27 gennaio invitato per un’iniziativa alla prefettura in occasione del Giorno della memoria: “Se D’Annunzio diceva che Reggio Calabria ha il chilometro più bello d’Italia, noi ne avremmo tre chilometri più belli d’Italia. E oggi la cultura può essere volano per la rinascita della città. Questa è una città che ha una storia unica e va riempita, per le nuove generazioni, di occasioni per apprezzare il cinema, la letteratura, la bellezza dei luoghi. Basta piangerci addosso sul terremoto (Falcone è autore del romanzo L’alba nera, dedicato al sisma del 1908, n.d.r.). Anche altre zone d’Italia lo hanno avuto e si sono riprese. Dobbiamo uscire da questa tagliola psicologica”.
Osserva lo scrittore: “A Messina non mancano i fermenti creativi, dalla musica al teatro, ma mancano gli spazi. E le istituzioni devono sostenere i talenti, fare sistema e, ripeto, avere una visione. Altrimenti rimarrà una balena spiaggiata”.
ve lo potete dimenticare
messina non esiste per colpa dei messinesi
Messina anche negli anni ’60 e primi ’70 era un gioiello. I Messinesi sopravvissuti al terremoto e i loro figli la amavano e avevano una ‘visione’. Poi la città ha perduto la sua identità e dimenticato la sua storia.