Il caro bollette e l'aumento delle materie prime pesano anche sui messinesi. Abbiamo raccolto l'esperienza e gli appelli di alcuni di loro
di Silvia De Domenico e Giuseppe Fontana
MESSINA – La pandemia che sembra non voler finire mai e ora i rincari delle materie prime (e dell’energia) dovuti alla guerra tra Russia e Ucraina. La situazione drammatica dei commercianti si fa sempre più pesante e anche a Messina gli effetti del caro bollette, dell’aumento dei prezzi del carburante e la difficoltà nel reperire alimenti primari come farina e grano si fanno sentire.
La disperazione di tanti piccoli imprenditori
In una città che sembra sempre più svuotata, con meno gente ad andare in giro e tante saracinesche abbassate e mai più rialzate, c’è chi combatte per restare a galla. Abbiamo chiesto a molti commercianti, panifici, rosticcerie, pasticcerie, quale fosse la reale situazione di chi gestisce una piccola impresa. C’è chi non ha voluto rispondere di fronte alla telecamera ma a microfoni spenti ci ha parlato della propria disperazione.
Tra chi usa materie italiane e chi chiede l’aiuto dello Stato
C’è chi ha analizzato lucidamente gli effetti dei rincari, chi accusa meno il colpo perché utilizza materie prime italiane e chi chiede l’aiuto dello Stato, spesso “assente” e non in grado di assistere davvero i piccoli imprenditori. Un momento delicato, a livello nazionale e cittadino. E c’è chi si chiede se ce la farà a restare a galla fino alla fine di questo periodo difficile.
Chi dovrebbe avere preoccupazione è il consumatore finale quando ritiri lo scontrino,quelle rare volte,e ti trovi il prezzo di una pizza margherita con il 50% di sovrapprezzo in più e per un arancino o un pidone con un aumento di 30 centesimi in media di aumento non certamente costoro, per me possono anche chiudere me li faccio a casa ed anche più di buoni.