VIDEO INTERVISTA - Adriana Puglisi racconta la dolorosa scelta di chiudere l'azienda che appartiene alla famiglia da oltre cento anni
di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Silvia De Domenico
MESSINA – La città continua a svuotarsi e i negozi continuano a chiudere. Lo fanno anche attività storiche, che per decenni hanno operato in pieno centro a Messina e che ora lasceranno vuote le botteghe, a causa di una crisi economica che appare senza fine. Come raccontato settimane fa da Daniela Bisazza (qui la storia della chiusura dell’azienda dopo 135 anni), anche Adriana Puglisi, titolare dell’omonimo negozio in via Centonze, ha deciso di abbassare le saracinesche una volta per tutte.
Adriana Puglisi: “Non ce la facciamo più”
“Chiudo – racconta la signora Puglisi – perché non ce la facciamo più. Per noi è difficile, lo è per me che sono stata una vita in questo negozio, con i miei genitori e i miei nonni ancora prima. Siamo in una situazione difficile, non ci hanno aiutati e siamo in difficoltà nel far fronte ai nostri pagamenti. Perciò quando io, da sempre abituata a correttezza e puntualità, mi sono ritrovata in questa situazione, cos’avrei dovuto fare?”
L’impatto della pandemia
La crisi parte da lontano, ma culmina con il Covid: “Per due anni e mezzo la gente non veniva in negozio. Siamo stati penalizzati dalla pandemia. Dopo una vita di grande lavoro, se mi ritrovo in una situazione simile devo assolutamente prendere una decisione. E ho presa questa, con mio grande dispiacere. Sono nata qui, a 18 anni ho iniziato a lavorare qui e mi rendo conto che dovrò buttare via le mie capacità. Ma è così e forse la vera intelligenza è anche capire quando smettere”.
La crisi parte dal 2001
“Tutto è iniziato già dalle Torri Gemelle – prosegue la signora Puglisi – e poi c’è stato il 2008, con la crisi economica. Il Covid è stata la ciliegina, poi la guerra, le bollette. Pensavo che dopo la pandemia sarebbe stato possibile riprendersi, ma è impossibile: la gente ha il terrore, di bollette alte da non poter pagare. La mia famiglia ha ereditato questa attività nel ’35 ma prima c’erano i miei nonni e i miei zii. Ai giovani dico di non comprare su internet, anche ai miei figli lo dico. Questo rischia di rovinare la città, che resterà senza attività e con ancora più disoccupati: a cosa serve risparmiare un poco oggi se la città va sempre peggio? Messina è combinata malissimo”.
Concordo pienamente le vendite on line hanno rovinato il commercio nei negozi, io per questione di principio non compro dai vari siti, e poi il piacere di vedere di persona un oggetto, un capo di abbigliamento, magari di provarlo io non ci rinuncio.
Il problema principale è il reddito medio che è crollato.
La classe media a Messina è sparita.
Caro imprenditore, vent’anni fa bastava avere un buon prodotto/servizio ed il cliente arrivava in un batter di ciglio.
Ma oggi?
Guerre sui prezzi, sconti selvaggi, mancanza di valore dell’impresa, altro non fanno che svalutare il tuo prodotto.
Perchè se il cliente decide si non comprare da te significa che…. LO FARA’ DA QUALCUN ALTRO.
E’ vero per riprendere la mia attività sono stato costretto a rifiorire da questa città.
Con la promessa di aiutare ogni messinese nel fare imprenditoria e risvegliare dal sonno questa città.
D’altronde Messina è sempre rinata dalle sue ceneri e perchè tutti noi, ognuno con le proprie competenze non possiamo riprenderla in mano?
Questo messaggio non vuole essere una critica nei confronti di un’azienda storica, per il cui destino personalmente mi stringe il cuore. Ma un messaggio riflessivo per chi sta tentando il risveglio.
Grazie alla redazione se permette la suddetta pubbicazione.
altro piagnisteo…ma bastaaaaaaaaaa…..ma un esamino di coscenza mai…e solo colpa delle bollette…..ridicolo….
E poi verranno i cinesi … Non con le loro Toyota .. ma quasi.
I cinesi erano già arrivati, hanno visto la ex Fiat di Cefalù e non l’hanno voluta, hanno visto lo stretto e il ponte non li ha convinti, per educazione hanno comprato qualche tonnellata di arance ed è finita lì
Cara Signora Adriana, mi spiace molto sapere che quando tornerò a Messina dall’estero dove vivo, Puglisi non ci sarà più. Ha sempre portato bellissime cose, di qualità, che duravano. È un altra piccola fitta al cuore, Messina muore poco a poco. Ha tutta la mia comprensione per la sua decisione. Auguro a lei e alla sua gentilissima famiglia più serenità dopo questa chiusura. Un grazie e un cordiale saluto