Dopo Zafferia, un semplice e rapido giro nel villaggio a fianco per mostrarvi un altro scempio. L'inciviltà di chi getta i rifiuti negli angoli nascosti della città va fermata
di Matteo Arrigo e Giuseppe Fontana
MESSINA – No, non è la normalità. O quantomeno, per rispondere a quei lettori che non si indignano come noi alla vista di questo scempio, non dovrebbe esserlo. Dopo avervi mostrato le condizioni della parte finale del torrente di Zafferia, tra immondizia, incuria e topi, siamo andati a Larderia e la situazione è, almeno dal punto di vista della spazzatura, anche peggiore. Lungo la stradina che dai capannoni del plesso industriale Asi scende fino a collegarsi a Tremestieri abbiamo trovato di tutto.
Bottiglie, elettrodomestici e cibo per animali
Tre le discariche in altrettanti punti differenti. Una quasi immediatamente, imboccando la strada. Sacchi neri e immondizia di ogni tipo si sono accumulati a pochi centimetri dal letto del torrente. Dall’altra parte, irraggiungibile per noi ma non per chi ha deciso di gettare la spazzatura, un altro punto pieno di sacchi e residui di ogni tipo, a pochi passi dalle rovine di un’antica chiesa. E infine, più in basso, il terzo punto. Bottiglie vuote, vestiti, elettrodomestici, decine di scatole di cibo per animali e di contenitori di detersivi, giusto per citarne solo alcuni.
L’inciviltà di chi si ostina a creare discariche
Perché ci ostiniamo a mostrare le condizioni dei torrenti? La risposta è semplice: per noi questa non può e non deve essere una cosa “normale”. Non si tratta di un problema di semplice risoluzione, almeno finché non si affronta l’aspetto “anti-culturale” della vicenda. Questa cultura dell’inciviltà, espressa quotidianamente da chi si ostina a disfarsi dei rifiuti in maniera illegale e devastante, per l’ambiente e per la città, va eliminata. La questione è seria e va affrontata, con la consapevolezza che sì, è vero che è così da decenni, ma questo non significa che sia normale.