L’Università degli Studi di Messina ci ha aperto i cancelli, concedendoci la possibilità di filmare e raccontare le infinite storie e bellezze nascoste tra i giardini e i palazzi.
A pochi chilometri a nord del centro storico, lungo la litoranea in località Pace, sorge un gioiello nascosto e poco conosciuto, una delle ville più grandi e importanti della citta di Messina: Villa Bosurgi, conosciuta anche come Villa Sanderson, dal nome delle famiglie che ne sono state proprietarie. La proprietà attuale, l’Università degli Studi di Messina, ci ha aperto i cancelli concedendoci la possibilità di filmare e raccontare le infinite storie e bellezze nascoste tra i giardini e i palazzi. Lo storico Franz Riccobono, guidato da Alberto Interdonato, profondo conoscitore della tenuta, ci porterà a scoprine i dettagli e la storia.
L’imperatore a Messina
Partiamo con questa prima puntata raccontandovi un aneddoto legato al “Kaiser” Guglielmo II Imperatore di Germania. “Bona Pasca, ‘Mpiraturi” titolava la prima pagina del settimanale illustrato “Il Marchesino” nell’aprile del 1904, commentando così il viaggio dell’imperatore nella città dello stretto. Il kaiser durante una visita di cortesia alla famiglia Bosurgi, si sedette su un sedile in pietra ad ammirare il panorama dello stretto, veduta che in quel punto andava dalla lanterna del Montorsoli fino a Capo Peloro.
Tecniche costruttive
La panchina in pietra, era protetta da una tettoia realizzata con una tecnica particolare, con la quale elementi in pietra naturale venivano cuciti sul calcestruzzo con del ferro filato, senza l’aiuto di malte collanti. L’aggancio veniva fissato dall’interno, così da mimetizzare e far sembrare una parete di calcestruzzo in una grotta naturale. La stessa tecnica costruttiva si riscontra in numerosi elementi all’isola Bella a Taormina, proprietà anch’essa appartenuta ai Bosurgi.
Tenuta malissimo!
Viste le condizioni in cui è lasciata, l’Università cosa dovrebbe farci?
Va benissimo che l’abbiano assegnata ad un ente pubblico ma se non hanno fondi….
… a parte il fatto che, nella parte alta dell’area, quella cioè in rapporto con la strada Panoramica dello Stretto, è tutto un susseguirsi di cancelli chiusi e di vegetazione alta, che impediscono di cogliere la bellezza della visuale. Sarebbe davvero l’ora di rendere tutto quanto fruibile alla cittadinanza
É una vergogna che sia tenuta in queste condizioni.
In particolar modo la panchina che rappresenta una testimonianza storica e, se restaurata, sarebbe un pezzo artistico di bellezza rara.
quando era in uno stato d’abbandono almeno avevo la libertà di visitarla e di passarci delle ore .Adesso nemmeno quello. Un grande tesoro tolto alla collettività