Il video reportage pubblicato in questo articolo testimonia le condizioni di assoluto degrado del primo Monastero basiliano costruito in Sicilia. Crolli ed erbacce stanno cancellando una testimonianza storica e monumentale di importanza assoluta.
Secoli di storia coperti da rovi e piante selvatiche in una condizione di abbandono che a Messina è l’inaccettabile filo conduttore di tanti monumenti. E’ grave la situazione di degrado in cui abbiamo trovato il Monastero Basiliano di San Filippo il Grande nel corso del servizio video realizzato con il sapiente contributo di Franz Riccobono. Le immagini che vedrete vi mostreranno il danno che può fare il disinteresse verso i beni culturali da parte delle istituzioni deputate a proteggerli e valorizzarli.
Il primo monastero basiliano della Sicilia
Il Monastero di San Filippo il Grande è un bene monumentale di importanza eccezionale. Si tratta, infatti, del primo dei tanti manufatti basiliani realizzati in Sicilia. Fonti documentali ne fanno risalire la costruzione addirittura ad una fase storica antecedente all’arrivo dei Normanni nella nostra isola. Nell’area del monastero, in una grotta scavata nella roccia, si ritirò in eremitaggio San Filippo di Agira detto Il Grande. La grotta è tuttora esistente e visitabile ma per raggiungerla bisogna farsi letteralmente strada tra rovi, piante selvatiche e rampicanti. Questi ultimi, in particolare, nel diametro del loro tronco, rivelano da quanto tempo questi luoghi siano stati colpevolmente lasciati al loro destino.
In realtà, la parte più consistente del monastero si trova con ogni probabilità al di sotto dell’attuale piano di calpestìo. Interrata nel tempo da probabili eventi alluvionali, la struttura andrebbe riportata alla luce con degli scavi. Nella parte attualmente visibile, a partire dal 1700 venne realizzata una villa privata che in fasi successive ha integrato nel suo apparato edificatorio le preesistenti strutture del monastero. La villa venne ceduta negli anni ’60 del secolo scorso, prima alla Regione, che la affidò all’Università, per un progetto mai realizzato, e poi al Comune di Messina.
Abitazioni addossate al monumento
Decenni di abbandono hanno ridotto il complesso monumentale come si vede nel video reportage. Al degrado della struttura si aggiunge inoltre l’assurdità che sul fianco laterale della chiesa settecentesca costruita all’interno del monastero si siano appoggiate abitazioni precarie. Con grande stupore e disappunto, abbiamo addirittura visto un serbatoio per l’acqua collocato proprio su una delle finestre dell’edificio monumentale e un’antenna parabolica piantata sulla parete.
La beffa è che il frontespizio del manufatto storico viene illuminato con potenti fari tutte le sere ed è ben visibile dall’autostrada all’altezza dello svincolo di San Filippo in direzione nord nei pressi dello stadio. Pochi potrebbero immaginare che dietro quei prospetti l’edificio stia cadendo a pezzi. Adesso ci si aspetta che la giunta guidata dal vulcanico sindaco Cateno De Luca possa mettere mano a un’azione di recupero che è urgentemente necessaria se non vogliamo che i crolli continuino e il bene si perda del tutto.
Riprese video e montaggio di Matteo Arrigo