Daniela Bisazza: "Costretti a chiudere l'attività fondata dal mio bisnonno"
di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Silvia De Domenico
MESSINA – “Con serenità, ma con un poco di nostalgia, toccherà a me chiudere ciò che ha aperto il mio bisnonno”. Da giorni una delle attività più antiche del centro cittadino, Bisazza 1888, ha esposto i cartelli di svendita a causa della prossima chiusura. Una decisione che ha sorpreso tanti messinesi, presa con serenità ma anche con grande amarezza dalla titolare Daniela Bisazza, nipote del fondatore. “A fine ottobre ci fermeremo, non saremo più sul mercato dopo 135 anni. L’attività era stata aperta dal mio bisnonno”.
Chiude un’istituzione per i messinesi, in via Camiciotti. Un punto di riferimento per generazioni di sposi che hanno ordinato le liste di nozze lì. Ma ora, complice un’emergenza economica decennale, e non solo il caro bollette, non è più tempo di progettare e innovare l’attività. Il sipario si chiude.
Una crisi lunga dieci anni
“I ragazzi trentenni o più grandi vanno tutti via e loro sarebbero i clienti con potenziale d’acquisto e con quella voglia di mettere su casa – spiega Daniela Bisazza, analizzando la situazione -. Ma non ci sono più, sono costretti ad andare via. Chi resta ha già tutto, noi siamo qui che giriamo i pollici da troppo tempo. Il Covid e la guerra? Sono state le ciliegine sulla torta, ma la crisi si sente da tempo. Dal 2012 in poi è stata una discesa in picchiata. Dopo un po’ uno fa due conti e dice basta”.
Daniela Bisazza ringrazia la città
“Colgo l’occasione per ringraziare non soltanto Tempostretto per la vicinanza, ma anche tutta la città di Messina che si è sempre rivolta a noi in questi anni quando ha avuto bisogno di qualcosa di particolare, di speciale, e che ora ci sta venendo incontro durante questa svendita, perché crede nella nostra realtà. Grazie davvero a tutti, simbolicamente da parte del mio bisnonno e da parte mia”.
La chiusura di attività storiche e non, a Messina, è una sconfitta di tutti i messinesi. L’amaro in bocca ormai è permanente!!
… in compenso, al suo posto, … ennesimo negozio cinese. o magari un bet point ?
Non è “la Crisi”.
Chi governa Messina o non sceglie o sceglie male. In 20 anni i “giovani” sono scappati al nord.
Perché ? La città ha sbattuto loro in faccia questo: o resti e muori di fame o vai via.
Non c’è un progetto economico né interesse a tutelare tutte le categorie.
Desidero esprimere la mia vicinanza alla Signora Daniela. Persona non meno capace, entusiasta e volenterosa dei suoi predecessori, ma solo più sfortunata per i tempi che commercialmente le è capitato di dover vivere. In Italia non abbiamo la cultura del “fallimento”, meglio dire “insuccesso”, che non è legato alla persona ed al suo spessore ma solo all’attività che si è svolta. Spessore che va valutato non per la capacità di restare in piedi, ma in quella di sapersi rialzare con entusiasmo.
I negozi come Bisazza 1888, non chiaramente quelli che vengono aperti e chiusi per mode del momento o per particolari convenienze, sono come membri della famiglia che sono sempre stati presenti nelle fasi della vita. Quelle belle e quelle brutte. E’ quindi doloroso vederli in affanno negli ultimi anni e dover gestire l’epilogo con la definitiva chiusura della saracinesca. Da ogni esperienza bisogna però rialzarsi sereni per aver fatto tutto il possibile per evitarlo e ottimisti per il futuro.
Ma….dove stiamo andando a finire ??????????
Esercizi che svolgono la stessa attività di Bisazza e che continuano ad operare ce ne sono moltissimi.
Se – come si legge – dal 2012 è una picchiata continua, per quali ragioni l’imprenditore non è stato in grado (in 10 anni!) di adottare contromisure appropriate allo scopo di rendere sostenibile l’attività imprenditoriale ?