Il bilancio del consigliere parla di un'opportunità sprecata. E sul futuro: "Se la città vuole De Luca che gli dia il consiglio in grado di dialogare con lui, ammesso che ce ne sia uno"
di Silvia De Domenico e Giuseppe Fontana
MESSINA – L’analisi di Pietro La Tona, capogruppo di Sicilia Futura all’interno del Consiglio comunale, riguardo il lavoro fatto da consiglieri e amministrazione negli ultimi anni, alla vigilia delle dimissioni di De Luca, parte da una spiegazione dei due soggetti in causa. Il consigliere ai nostri microfoni ha spiegato il suo punto di vista: “Se andiamo a vedere le dichiarazioni dei due soggetti in campo, vediamo da un alto il sindaco che si autodefinisce il migliore che Messina abbia mai avuto, dall’altra parte il Consiglio comunale che si definisce il più produttivo di sempre. Se dovessimo basarsi sulle narrazioni siamo a posto, siamo perfetti: il miglior sindaco e il consiglio più produttivo. Ovviamente la verità sta nel mezzo”.
La Tona: “Città in pre-dissesto”
“Entrambi i soggetti hanno cercato di dare il meglio possibile – ha proseguito La Tona – poi non era facile produrre tutti i risultati sperati in così poco tempo. A guardare ad esempio l’aspetto del Piano di riequilibrio, possiamo dire che entrambi i soggetti hanno fatto la loro parte. L’Amministrazione ha lavorato molto per trovare le soluzioni per uscire dal dissesto e il Consiglio comunale ha seguito questa impostazione approvando migliaia di delibere per riconoscere debiti fuori bilancio e tantissimi anti connessi come bilanci, consuntivi e preventivi. Ma tutto questo non è arrivato oggi al risultato. Potevamo dirlo di averlo raggiunto se il sindaco ci avesse detto che fosse stato approvato. Ma se lui ha ritenuto di doverne presentare un altro il 31 gennaio significa che tanto sicuro non era. Questo significa che la città resterà in pre-dissesto e ci vorrà ancora tempo e pazienza, con tariffe al massimo livello”.
La Tona: “Esperienza fallimentare, il fine non giustifica i mezzi”
“Se chiedete un giudizio generale penso sia stata un’esperienza fallimentare – continua il consigliere – perché il fine non giustifica i mezzi. Quello che è mancato è stata la condivisione e c’erano tutti gli ingredienti. L’Amministrazione aveva qualità che potevano essere messe a servizio della città e lo stesso il Consiglio comunale. Ma non c’è stato il concetto della condivisione. Il sindaco è un battitore libero che pensa che gli altri siano asini, che siano scarsi e che non possano dare contributi. Questo è il più grande fallimento, soprattutto rispetto alla possibilità che questa sinergia e questo confronto costruttivo tra i due organi avrebbero generato”. Infine La Tona spiega il punto di vista sulle dimissioni: “Io ero tra quelli che avrebbe firmato la sfiducia, già da tanto tempo. Non perché ce l’ho con il sindaco ma perché credo che questa sia una situazione che non possa più andare avanti. Plaudo alle sue dimissioni e spero che dalle prossime elezioni possa uscire un sindaco, chiunque sia, e un consiglio che riescano a dialogare tra di loro in maniera costruttiva. Se la città vuole De Luca che gli dia il consiglio in grado di dialogare con lui, ammesso che ce ne sia uno”.
La parola adesso passa agli elettori, chi verra’ eletto per il cittadino messinese ha fatto bene altrimenti tutti a casa
Consigliere mi sa che lei tornera’ a scuola a fare quello che sa fare bene, la politica non e’ cosa sua.
Il problema è se anche a scuola fa il politico.
Se La Tona parla di fallimento, sarà vero lui di fallimenti se ne intende da quando era sindaco di Villafranca Tirrena.