Ritorna domani la manifestazione dopo la pandemia, con una dedica speciale allo studioso messinese
MESSINA – La prima Vara senza Franz Riccobono. Lo studioso e intellettuale messinese, da poco scomparso, viveva in maniera viscerale il rapporto con la manifestazione religiosa. Nei video di Tempostretto, in numerose interviste, raccontava con passione la storia e le radici di una festa popolare e religiosa.
Ha messo in risalto l’assessore alla Cultura Enzo Caruso: “È fondamentale ricordare uno studioso come Riccobono, attento alle nostre radici e sempre pronto a valorizzarle”. Non a caso, i simboli della Sicilia e del “Viva Maria” erano ai piedi della bara lo scorso 19 marzo e e a lui è dedicata l’edizione 2022. Quella del ritorno dopo lo stop da Covid.
Riccobono era un intellettuale innamorato della “sua” città, anche se era nato a Patti nel 1943. Una personalità capace di essere colta e popolare al tempo stesso. Sottolineava lo storico e conoscitore di tradizioni popolari: “Malgrado sia il culmine della calura estiva, la Vara vede una grande partecipazione popolare perché il carro in origine celebrava la Madonna della Lettera. Di conseguenza, nel popolo vi è radicato questo sentimento di partecipazione e di omaggio nei confronti della nostra protettrice”.
Il Comitato Vara prosegue il suo percorso con distacco rispetto all’amministrazione comunale
Nei giorni scorsi, proprio nella sede dell’associazione “Amici del museo nazionale di Messina”, lì nella tana creativa di Riccobono, il Comitato Vara ha lanciato le sue proposte. Un Comitato che non ha più un ruolo ufficiale all’interno della manifestazione. Ma Nino Di Bernardo, Sandro Fumia, Franco Molonia, con in più il docente universitario ed ex assessore Dario Caroniti, intendono fare sentire la loro voce e assumere un nuovo ruolo.
Il l professore Caroniti ha precisato: “Risulta legittimo che l’amministrazione attuale si avvalga di consulenti esterni, tecnici che la supportino per le corde, i giochi piroctenici o altro. Tuttavia, appare necessario, al tempo stesso, che il Comitato valorizzi la propria autonomia rispetto alle amministrazioni comunali, non solo l’attuale. Il Comitato può recuperare quel legame, che è venuto meno nel corso dei decenni storici, tra élite della città e popolo, nello spirito della manifestazione dedicata all’Assunta”.