Società maltese operava a Messina con concessioni non valide in Italia
Una società maltese aveva stabilito a Messina un’organizzazione che esercitava abusivamente la raccolta di scommesse online. L’ha scoperto la Guardia di Finanza di Messina dopo una verifica fiscale sulla società che, secondo ipotesi investigativa, non era dichiarata in Italia. Tutto confermato dalle successive indagini, dirette dalla Procura di Messina.
Tramite diversi portali web dedicati, riconducibili a diversi marchi già colpiti da specifici provvedimenti di inibizione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la società maltese era risultata operare, sulla base di apposite concessioni rilasciate da Autorità estere e, pertanto, non valide in Italia, la raccolta di giochi pubblici a distanza e scommesse tramite rete fisica, avvalendosi di centri trasmissione dati (Ctd) e punti vendita ricarica (Pvr).
Ricavi per 85 milioni nascosti al Fisco
Mediante estrazione dati, controlli incrociati e riscontri contabili, integrati da indagini di polizia giudiziaria, i finanzieri hanno scoperto che i centri trasmissione dati operavano in realtà per la raccolta di scommesse, pubblicizzando il palinsesto della società maltese, la cui filiale italiana avrebbe dovuto dichiarare al Fisco ricavi per oltre 85 milioni, per un totale di imposte dirette evase di oltre 3 milioni e mezzo.
Sequestrati 3 milioni e mezzo
Condividendo l’accusa, il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Messina ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di 3 milioni e mezzo nei confronti del rappresentante legale della società maltese, tramite ordine europeo d’indagine e ordine di congelamento per l’esecuzione, emessi dalla Procura di Messina nell’ambito di mirata attività rogatoriale internazionale, grazie al regolamento Ue 2018/1805, che prevede il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e confisca emessi da altro Stato membro.