È la giornata internazionale delle persone con disabilità. E c'è chi chiede una città senza barriere architettoniche e chi spera in un cambio culturale
Servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – “Vorrei da tanto tempo fare una passeggiata da sola nella mia città”, è un desiderio semplice ma impossibile allo stesso tempo. Teresa Cannavò è una giovane messinese che per una malattia è costretta a muoversi in sedia a rotelle. Ecco quello che le manca di più: avere una sua indipendenza.
Le barriere architettoniche in città sono tante e senza l’aiuto di qualcuno non è affatto semplice passeggiare per le vie del centro. Tra scivoli che non hanno la pendenza adeguata, auto parcheggiata sulle strisce o sugli stalli gialli dedicati: insomma a Messina è una costante gimkana continua fra ostacoli e inciviltà.
Il desiderio di una città più inclusiva e accessibile
E poi ci sono i racconti crudi ma veri di Tiziana De Maria, la garante per le persone con disabilità del Comune di Messina. Nino Fiannacca e Nino Morabito dell’associazione “Senza Barriere” che lottano ogni giorno con la disabilità e la poca accessibilità della nostra città. C’è chi di lavoro fa la guida turistica e quando si trova a farlo con croceristi in carrozzina è costretto a fare dei giri assurdi alla ricerca dello scivolo libero dalle auto. Ed è sempre la nostra Messina a fare la figura più misera.
Il sogno del sindaco Basile: “Abbattere le barriere culturali”
“La disabilità sta negli occhi di chi guarda”, racconta la campionessa paralimpica Carolina Costa che sogna una città più inclusiva, come lo sport che l’ha vista vincere la medaglia d’oro alle ultime Paralimpiadi. E poi c’è un sindaco, che ha a cuore le persone con disabilità, e sogna di amministrare una città in cui oltre alle barriere architettoniche si riescano ad abbattere anche quelle mentali e culturali.
L’articolo e il video sono iniziative lodevoli. Dovremmo vederne più spesso di simili. Anche con mamme e passeggini. Aiuteranno però forse solo a sensibilizzare chi realizzerà gli scivoli in futuro, sperando che si ricordi che vanno fatti a norma.
Ma riguardo le auto in sosta direi che serve a poco, purtroppo.
Il disabile penalizzato non aprirà il cuore dell’incivile.
Sarebbe più utile accertare che i veicoli siano prontamente rimossi con numerosi carro-attrezzi in giro per la città e con multe adeguate.
É lì che saranno utili alla comunità i video e gli articoli di Tempostretto dedicati all’automobilista multato e senza auto per tornare a casa. E saranno tanti video e altrettanti articoli ad ogni edizione del giornale, almeno all’inizio.