Il romanzo di Felice Cavallaro per raccontare la donna magistrato. "Uno stratagemma per parlare di mafia ad una platea distratta"
Servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Tornano gli appuntamenti con gli incontri d’autore della rassegna “Alemanna. Storie di cultura”, promossa dal centro multi sperimentale Progetto Suono, in collaborazione con Feltrinelli Point. Nella chiesa di Santa Maria Alemanna un ospite d’eccezione: il giornalista Felice Cavallaro che porta a Messina il suo nuovo libro “Francesca. Storia di un amore in tempo di guerra”. Hanno dialogato con l’autore Giuseppe Ayala e Giovanni Ardizzone.
“30 anni dopo le stragi del ’92 era necessario coprire un vuoto. Parliamo sempre di Falcone, Borsellino e degli agenti della scorta, di tutte le persone cadute in quella guerra, però Francesca Morvillo è sempre passata un po’ solo per la moglie di Giovanni Falcone”, con questa parole il giornalista e scrittore Felice Cavallaro racconta la sua intenzione di disegnare il ritratto di una donna un po’ sottovalutata dalla storia.
“Francesca era un magistrato, figlia di magistrati, che ha dedicato la sua vita a un magistrato che si chiamava Giovanni Falcone e con lui ha collaborato anche nelle scelte operative del pool antimafia”. L’autore spiega perchè scrivere un romanzo dedicato proprio a lei. Per Cavallaro questo libro è uno stratagemma per tentare attraverso la storia privata, la storia d’amore in tempo di guerra di arrivare a una platea spesso distratta.
E conclude: “Ci sono tanti giovani impegnati su questo fronte e tanti altri a cui non frega niente. Ma anche una platea di adulti che ha vissuto quell’epoca ma che ha rimosso, come se le stragi degli anni ’90 non fossero mai accadute”.
Un libro che mette insieme aneddoti, racconti familiari, ricordi di chi ha conosciuto quella donna magistrato, figlia, sorella e moglie di magistrati, che con coraggio ha vissuto gli anni più bui della Sicilia martoriata dalla mafia, rimanendo sempre accanto al suo Giovanni. Cavallaro consegna un ritratto intimo, personale, la storia di un grande amore vissuto tra i faldoni dei processi, le scorte, le auto blindate, la grande amicizia con Paolo Borsellino e la moglie Agnese, gli attimi di libertà quasi rubati, i progetti di una vacanza che non c’è mai stata perché la mafia decise che Giovanni Falcone doveva morire. Insieme fino alla fine, in quell’auto dilaniata a Capaci. Attraverso la vita di Francesca, Cavallaro racconta ancora una volta quegli anni che hanno cambiato la storia della Sicilia.