Frate Giuseppe Maggiore racconta di un progetto d'accoglienza delle famiglie a Gangi e lo propone per il territorio
servizio di Matteo Arrigo, testo di Marco Olivieri
MESSINA – Frate Giuseppe Maggiore è presente giorno e notte alla stazione di Messina come cappellano. E, in questi giorni, è reduce da un’udienza con papa Francesco. Al suo fianco una ventina di famiglie di migranti che vivono a Gangi. Una pausa dai suoi impegni quotidiani e dalla Via Crucis con I senza fissa dimora e persone che popolano la zona in cui opera da quattro anni. Fa parte dei frati minori della chiesa di Lourdes e racconta con gioia di un progetto nato proprio da un’idea di papa Francesco: “Anni fa esortò parrocchie e famiglie a ospitare famiglie d’immigrati. La proposta venne accettata da un gruppo di Gangi, sulle Madonie. Mi contattarono e tutto partì ospitando un ragazzo afghano, che poi richiamò la moglie dall’Afghanistan. La coppia ha avuto due bambini e sono stati la prima famiglia frutto di quest’idea. Sarebbe bello esportare questo progetto, per ora unico in Sicilia, nel territorio messinese. Sarebbe motivo d’arrichimento per tutti. Perché non creare qui una tenda d’Abramo per famiglie? A Messina la carità è di casa”.
Prosegue frate Maggiore: “Da qui l’accoglienza per tantissimi altri nuclei familiari, africani e sudamericani soprattutto. Il progetto consiste nell’accogliere una famiglia e nel mettere le persone in condizioni di lavorare, pagando l’affitto di un’abitazione, con un accompagnamento dai sei ai dodici mesi. Si danno lavoro e casa in prima battuta, in modo che la famiglia stessa possa poi camminare da sola, con le proprie forze. Non solo accoglienza ma anche integrazione con l’aiuto della Comunità di Sant’Egidio e i corridoi umanitari. Sono nati tanti bambini, in questi anni, e in udienza il papa ha dialogato con loro. Un bambino africano gli ha pure regalato il giocattolo dell’uomo ragno!”.
“Creiamo una comunità nuova a Messina”
Frate Maggiore auspica uno scambio fra famiglie messinesi e famiglie di migranti: “Chi vuole aderire al progetto può contattarmi. Mi trova al santuario di Lourdes oppure in stazione. Creiamo insieme questa nuova avventura con il Signore”. Una nuova avventura che potrebbe essere motivo d’arrichimento, insistiamo, spirituale, culturale, sociale ed economico, lontano da barriere e pregiudizi.
Perché non si inizia ad aiutare i messinesi in difficoltà, anziché pensare ai migranti clandestini.
Sì certo, peccato che Messina sia la città piu razzista del mondo, è razzista persino con i propri cittadini.
Caro frate, ha mai fatto progetti che aiutino i Messinesi? Sono loro, anche se non vogliono, a pagarle l´affitto, il lavoro e iniziative varie. I migranti vengono in Italia solo per motivi economici e per andare in altri paesi. Pensi anche ai Messinesi e crei progetti che li integrino sul lavoro, sulle famiglie, sui bambini, sugli adolescenti. Chi ne ne importa degli immigrati.
Inizii Lei coinvolgendo la Santa Sede. Predicate l’altruismo ma siete i primi a chiudere la porta in faccia a chi ne ha bisogno.
La chiesa ha sempre fatto beneficenza con i soldi degli altri.