Sul pianoro roccioso, sorge il santuario dedicato alla Madonna dell’aiuto, curiosa e romantica la storia della sua edificazione, promessa di un soldato che ebbe salva la vita
Di Matteo Arrigo
ROCCAFIORITA (Messina). Svetta con la sua mole fra la valle del Ghiodaro e dell’Agrò, dall’alto dei suoi 1000 metri culla il piccolo villaggio di Roccafiorita, circondato dalla corona delle vette più alte dei monti Peloritani. Monte Kalfa, un terrazzo roccioso, una finestra sulla costa jonica, con scenari che spaziano dallo stretto di Messina all’Etna, passando dalla forma inconfondibile della Rocca di Novara a Montagna Grande. Monte ‘Belvedere’, appunto, se si vuole far derivare l’etimologia dal greco, lingua dei primi “conquistatori”.
Una promessa fatta alla Madonna
Sul suo pianoro roccioso, sorge il santuario dedicato alla Madonna dell’Aiuto, curiosa e romantica la storia della sua edificazione. Siamo nel 1942, in piena guerra mondiale, un soldato nativo di Roccafiorita, era maggiore nell’aviazione militare, durante un combattimento particolarmente cruento, fece un voto alla Madonna: se ne fosse uscito vivo, avrebbe portato una statua della Madonna dell’Aiuto in cima al monte del suo paese natio. Il giovane soldato, tornato a casa sano e salvo alla fine del conflitto, mantenne la promessa, edificò un santuario in onore della Vergine. Dal 1950, anno della sua inaugurazione, la piccola chiesa è meta di pellegrinaggi, specialmente in occasione dei solenni festeggiamenti dedicati alla Madonna dell’Aiuto, nell’ultima settimana di agosto.