Vi portiamo insieme a noi a passeggiare tra il verde, il silenzio e l'aria pura della pineta di Camaro. Un gioiello finalmente pronto per essere riqualificato con un progetto da 1 milione di euro
VIDEO – 100 ettari di bosco, cioè 1 milione di metri quadri di verde, aria pura, natura, bellezza. Eccoci alla Pineta di Camaro, un bosco che sorge a due passi dal centro di Messina. Per raggiungerla bisogna arrivare alle Quattro Strade, partendo o da via Tommaso Cannizzaro (Gravitelli) o da via Palermo (Ritiro) o dalla Tirrenica (Orto Liuzzo/Villafranca), per poi proseguire in direzione Dinnammare e, dopo 1,2 km, svoltare a sinistra. Proseguendo dritto, qui si incontrerà prima il Centro Polifunzionale dell’Azienda Foreste e poi il bosco di Camaro. Un’altra strada, che parte da viale Europa (Camaro Superiore), è invece impraticabile perché si interrompe nello sterrato.
Magari in tanti ci sono stati per una passeggiata o un pic-nic senza sapere che quella è una pineta che ha una storia e un progetto importante alle spalle. Ma probabilmente sono ancora più numerosi i messinesi che non conoscono questo gioiello verde che si trova tra i 500 e i mille metri sul livello del mare.
Della Pineta di Camaro si parla da anni per un progetto di riqualificazione e messa in sicurezza che consentirà anche una migliore fruizione e può segnare l’inizio di un percorso di valorizzazione e sviluppo. Il progetto risale addirittura al 2005. Finalmente però proprio in questo ultimo mese è arrivata un’accelerazione importante. Il progetto è stato aggiornato, approvato e in questi giorni va in gara d’appalto. Poco più di un milione di euro, meno di un anno di lavoro, finanziato con fondi Masterplan.
Siamo andati alla scoperta della Pineta di Camaro con il progettista Gianluca Mazzaglia, l’agronomo esperto del Comune Saverio Tignino e l’assessore all’Arredo Urbano Massimiliano Minutoli per capire cosa accadrà grazie a questo progetto.
spiace sottolineare che la felce mostrata nel fimato, dietro l’esperto del verde del comune di Messina, e indicata come felce rara, è in realtà una felce comunissima. Strano che l’esperto non abbia subito risolto l’equivoco, creando così aspettative destinate a essere deluse.