Il progetto di Davide Mulfari, ingegnere informatico con tetraparesi spastica, sfrutta l'intelligenza artificiale per abbattere nuove barriere
servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – “CapisciAMe” è un’app creata da chi e per chi parla male. Un limite che non consente a Davide Mulfari di farsi capire dalle altre persone, ma nemmeno da assistenti virtuali moderni come Alexa o Siri. “Ho una tetraparesi spastica e un parlato atipico a causa della mia disartria”, ecco perché Davide non riesce a farsi comprendere bene dagli altri. La tecnologia moderna, che potrebbe essere una grande risorsa, invece ha alzato un muro fra lui e la società. Una nuova barriera per chi ha disabilità simili alla sua.
Domotica e assistenti virtuali utili per vivere in autonomia
Davide ha deciso di mettere a frutto i suoi studi e le sue competenze da ingegnere informatico per sviluppare un’applicazione che potesse rivoluzionare il suo modo di comunicare e di usare la domotica o gli assistenti virtuali. Così è nato “CapisciAMe”, un sistema che riconosce un determinato numero di parole. Che, però, è ancora lontano dall’aver risolto il problema per tutti.
Funziona grazie alle voci “donate”
“Al momento l’app riconosce solo la mia voce e quella delle persone che l’hanno donato volontariamente”, ed è qui che Davide e il papà Salvatore lanciano un nuovo appello affinché chi soffre di questo tipo di disabilità, o simili, possa partecipare al progetto. “Più voci si raccoglieranno più il sistema in futuro potrà essere in grado di capire tutti”, spiegano.
“Per la prima volta intelligenza artificiale per fini etici”
“Per la prima volta forse l’intelligenza artificiale viene sfruttata per un fine etico”, aggiunge papà Salvatore. Orgoglioso delle capacità del figlio, già laureato e dottorato in Ingegneria informatica all’Università di Messina. L’app è già disponibile ed è gratuita sia su Playstore che su Appstore.
Il “Villaggio dell’Inclusività” a Messina
Il progetto è stato presentato al “Villaggio dell’Inclusività“, allestito al Palacultura di Messina. Un’iniziativa promossa dall’assessora Liana Cannata, supportata dall’Università degli Studi di Messina e da Messina Social City.