Al via un percorso sul tema a partire da Torre Faro: opinioni a confronto. Per alcuni ci sarà "una rinascita"; per altri un "disastro ambientale"
di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Matteo Arrigo
MESSINA – “In una città morta il ponte sullo Stretto sarebbe un’ancora di salvezza. Un’attrazione. Un’occasione di riscatto. Anche se la mia casa non ci sarebbe più, io sono favorevole e su questo litigo con la maggioranza delle mie amiche. La maggioranza è contraria”, dice una signora. Siamo nella zona principale in cui avverranno gli espropri, a Torre Faro, nella via Circuito, a metà tra i due laghi. Un signore, invece, si dichiara preoccupato per l’impatto ambientale e così abbiamo di fronte i due pareri principali contrapposti.
Non è l’analisi di tecnici, di esperti, ma è un modo per avviare un ciclo di confronti in video, con addetti ai lavori e cittadini, su un tema così divisivo e dibattuto. Oltre a Capo Peloro, saranno coinvolti dagli espropri, con risarcimento da parte dello Stato, anche alcune zone della Panoramica, di Faro superiore e Contesse. Con chiunque si parli, anche a microfono spento, emerge la necessità, ovvia ma non scontata in questa terra, di “aeroporti e ferrovie che funzionino bene, finalmente”.
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Resuscita? Il ponte resuscita,ma fammi il piacere Un panorama bellissimo, deturpato da una cosa che non la vuole la maggior parte dei messinesi, facciamo un referendum.
Conosco personalmente molti dei proprietari dei complessi Torre Faro e Margi.
Mi sembra molto strano che nessuno di costoro non abbia voluto esprimere pubblicamente il proprio dissenso sul ponte sullo stretto sebbene per molti anni abbiano partecipato a manifestazioni No Ponte.