Il professore che ha creato l'unità oncologica messinese resta per blindare i progetti in corso. Il bilancio
Messina – Tra pochi giorni andrà in quiescenza ma il professor Vincenzo Adamo continuerà a guidare l’Unità oncologica del Papardo come direttore scientifico a titolo gratuito. L’annuncio è del direttore generale Mario Paino, che ha accolto l’indicazione di “successione” formulata dallo stesso Adamo in capo al dottore Toscano – la cui nomina deve essere ancora ufficializzata – poi ha lasciato al professore il compito di “dare i numeri”.
Numeri di un percorso cominciato 10 anni fa, con l’arrivo dello stesso Adamo in azienda, e che si è concretizzato negli ultimi 4 anni in una crescita esponenziale del settore oncologico, ormai riconosciuto al livello regionale.
“Sono finiti i viaggi della speranza dei malati oncologici siciliani – spiega Paino – che oggi trovano al Papardo tutto quello che serve per le loro cure. Dai farmaci innovativi ai laboratori per le analisi cliniche più specifiche, passando per i chirurgi specializzati. Ma trovano soprattutto una equipe che lavora insieme, mettendo insieme le varie specializzazioni, prendendo in cura il paziente complessivamente, anche sotto l’aspetto psicologico.”
“Non soltanto abbiamo messo fine all’esodo dei pazienti verso le altre regioni – aggiunge Adamo – ma siamo riusciti a diventare polo attrattivo per la Calabria, abbiamo un grosso numero di pazienti provenienti da quella regione”.
I risultati sono lusinghieri, quindi, secondo i vertici dell’ospedale di Sperone, che dopo l’ispezione della Regione ha ottenuto i riconoscimenti che servono ad ottenere i relativi finanziamenti, ha centrato gli obiettivi fissati e nel 2017 ha ottenuto un importante finanziamento di oltre 4 milioni di euro che ha consentito di avviare il progetto, ad esempio, della Breast Unit – l’unità multidisciplinare specificatamente dedicata – per il tumore alla mammella, uno dei principali fiori all’occhiello dell’unità. In un anno e mezzo l’unità è passata da poco più di 20 a 168 interventi al seno, 289 biospie pre operatorie, 5 mila visite ambulatoriali in 3 anni, mentre prima non andavano oltre le circa mille l’anno.
Ma i progetti in campo sono ancora tanti (approfondimenti in articolo successivo ndr) e Adamo vuole restare per seguirli e implementarli, per “blindare” l’accreditamento regionale anche per il futuro.