Violenza sulle donne in tempi di pandemia. "Durante il lockdown per molte donne il pericolo non era il virus ma il convivente". Servizio di Silvia De Domenico
La violenza sulle donne in tempi di Covid-19. Proprio oggi, 25 novembre 2020, giornata internazionale dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne in Italia sono stati registrati due femminicidi. Due vittime che si sommano alle 91 contate nei primi 10 mesi dell’anno. Una donna uccisa ogni tre giorni: è il report drammatico di Eures sul femminicidio in Italia.
E la pandemia che ruolo ha avuto nelle violenze domestiche? Le analisi Istat dimostrano che le denunce per maltrattamenti in famiglia sono calate di oltre il 40%. Le chiamate al numero verde 1522 invece sono aumentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quindi le violenze ci sono e sono in aumento, ma la paura di denunciare è ancora molto forte. Soprattutto in tempi di pandemia, quando la vittima è costretta a convivere con il suo aguzzino.
Ecco i dati registrati dalla Direzione Centrale Anticrimine della provincia di Messina. Nel periodo gennaio-settembre 2020 sono stati 184 i casi di atti persecutori, 240 i maltrattamenti in famiglia, 33 le violenze sessuali e un femminicidio. Quello della studentessa messinese Lorena Quaranta. E proprio a lei e a tutte le vittime di femminicidio del 2020, l’Università di Messina e l’ideatrice della campagna Posto Occupato Maria Andaloro hanno voluto dedicare questa giornata internazionale. Per l’occasione oggi i nomi delle vittime hanno occupato dei posti sulle sedie nell’atrio del rettorato, sulla scalinata e negli uffici. Quei posti che ognuna di quelle donne avrebbe dovuto occupare nella vita e nella società. Quel posto che è stato loro negato proprio da chi diceva di amarle. Come il posto che Lorena Quaranta non ha potuto occupare il giorno della sua laurea. Conferita ad honorem dall’Università di Messina alla sua dottoressa in Medicina e Chirurgia.
Abbiamo interrogato sui numeri del 2020 la Prefetta di Messina Maria Carmela Librizzi e la Presidente del Cedav Messina Simona D’Angelo. Dal loro lavoro degli ultimi mesi è emerso che la nostra provincia, rispetto alle alte percentuali del resto d’Italia, ha avuto solo una contrazione delle denunce del 10%. “Il protocollo messo in piedi dalla magistratura, dalle forze all’ordine e dai centri antiviolenza anche in questo triste periodo ha funzionato”, ha dichiarato ai nostri microfoni la Prefetta di Messina.
Servizio di Silvia De Domenico