Il Comune ha espropriato l'area in cui opera l'azienda per i lavori della via Don Blasco. Uil e lavoratori in sit-in per chiedere al sindaco De Luca un confronto
In protesta per provare a salvare 22 posti di lavoro e il destino di 22 famiglie messinesi. Oggi i lavoratori della Rifotras, storica azienda che in via Don Blasco ha svolto attività di smaltimento di rifiuti speciali e autodemolizioni, sono scesi in piazza. Insieme a loro la Uil di Messina che in questa vertenza occupazionale ha combattuto da sempre a fianco di questi lavoratori. Hanno protestato soprattutto contro il sindaco Cateno De Luca, ritenuto principale interlocutore di una vicenda che si snoda attorno ai lavori della nuova via Don Blasco.
Il sindacato continua a tenere la linea dura: «La Rifotras è stata costretta a chiudere con la tragica conseguenza della perdita del posto di lavoro per ben 22 lavoratori, oltre ad un piccolo indotto che si muoveva collateralmente. L’esproprio dell’area nella quale si trova la Rifotras è legato alla costruzione della via Don Blasco, arteria che reputiamo fondamentale e strategica per il futuro di Messina. Siamo, però, altrettanto convinti che si debba evitare, anche in extremis, la macelleria sociale dei lavoratori della Rifotras, attraverso la costituzione di un tavolo tecnico che possa consentire una piccola variante o la delocalizzazione dell’azienda. Insomma, qualsiasi azione che possa salvare i posti di lavoro» ha ribadito in queste settimane il segretario della Uil di Messina Ivan Tripodi.
Il Comune di Messina ha siglato l’esproprio dell’area lo scorso 23 ottobre. La Rifotras ha presentanto immediatamente ricorso. Ma soprattutto, secondo quanto sostenuto sino ad oggi sia dall’azienda che dal sindacato, il Comune ad oggi non ha mai proposto soluzioni di delocalizzazione. Una vicenda che rischia di avere drammatici risvolti occupazionali e sociali.