Nuovo sit-in dei lavoratori della Rifotras sotto le bandiere della Uil davanti al Comune di Messina per gridare al primo cittadino la rabbia di 22 famiglie
«E’ assolutamente inammissibile scherzare con il lavoro e il pane di 22 lavoratori». Il messaggio è diretto ancora una volta al sindaco di Messina Cateno De Luca. A lanciarlo da piazza Unione Europea sono stati i 22 lavoratori della Rifotras, l’azienda che operava nell’area della via Don Blasco, recentemente espropriata dal Comune. Lavoratori che, insieme alle loro famiglie, si trovano adesso letteralmente in mezzo ad una strada e senza alcuna prospettiva occupazionale.
«La Rifotras è stata chiusa a seguito dell’esproprio dell’area nella quale si trova l’azienda, effettuato dal comune di Messina, per realizzare la Via Don Blasco. Ribadiamo, e lo faremo fino alla nausea, che la costruzione della Via Don Blasco è fondamentale e strategica per il futuro di Messina. Riaffermiamo, allo stesso tempo, che si devono salvare i 22 posti di lavoro ed evitare la macelleria sociale dei lavoratori della Rifotras» ha affermato Ivan Tripodi, Segretario generale Uil Messina, in prima linea in questa vertenza.
Secondo il sindacato questo potrà avvenire attraverso la delocalizzazione dell’azienda o, in extremis, per mezzo di una piccola variante all’arteria. «Purtroppo, fino ad oggi, notiamo un generalizzato assordante silenzio, a partire dal sindaco di Messina De Luca che è il responsabile della drammatica situazione che colpisce ben 22 famiglie, oggi sul lastrico. Noi -ha ribadito il segretario Tripodi – insieme alle maestranze, non ci fermeremo e auspichiamo concreti interventi per salvare dal dramma i 22 lavoratori della Rifotras».