Quarto Savona 15, passa da Messina la storia dell'auto simbolo della lotta alla mafia. VIDEO

Quarto Savona 15, passa da Messina la storia dell’auto simbolo della lotta alla mafia. VIDEO

Alessandra Serio

Quarto Savona 15, passa da Messina la storia dell’auto simbolo della lotta alla mafia. VIDEO

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giovedì 13 Gennaio 2022 - 07:23

Destinata alla rottamazione, fu un ispettore messinese a salvarla e in riva allo Stretto fu custodita per anni la macchina di Falcone e degli uomini della scorta. Totalmente ignorata o quasi.

Quel che resta di un sedile sopra la lamiera incenerita. Sotto, metallo come briciole, parti di oggetti irriconoscibili, un copertone storto, pezzi di quella che fu una Fiat Croma. Quel che resta di cinque vite. E’ questo Quarto Savona 15, l’auto della scorta di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, esplosa a Capaci il 23 maggio 1992 e fino a sabato esposta a Messina davanti al Teatro Vittorio Emanuele, nell’ambito della mostra-evento per i 30 anni della Direzione Investigativa Antimafia, nell’anno del trentennio della strage stessa.

Per il blindato è un “ritorno” a casa. Il relitto della Quarto Savona 15 è stato infatti custodito a Messina molti anni, fino a circa la metà del decennio scorso, quando Tina, la moglie di Antonino Montinaro, l’ha rimessa “in strada”, facendole macinare chilometri in giro per l’Italia, facendone il simbolo forse più evocativo delle vittime della mafia e quindi della lotta. Oggi è in una teca nuova di zecca, donata dal presidente della Repubblica Mattarella un anno fa. La nuova “custodia” ha una nuova struttura che ai lati reca i nomi degli agenti Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo, Vito Schifani insieme a quelli del magistrato e di sua moglie.

Per quasi un decennio è rimasta a Messina, totalmente ignorata o quasi, nell’autocentro della Questura. Pochi anni dopo l’attentato era stata destinata al macero, ed era al centro di San Raineri in attesa della demolizione. Quando il giorno arrivò, il foglio con l’ordine di demolizione finì sulla scrivania di un ispettore messinese che a leggerne il nome saltò sulla sedia e fermò tutto. Così, la Quarto Savona venne salvata e portata all’autocentro, nel piazzale. Da lì venne poi trasferita alla Caserma Calipari, nella teca di vetro, esposta in rare occasioni di commemorazione. Per lo più venne ignorata, e pochissime scuole e altre associazioni hanno “animato” quel simbolo.

Fino a quando Tina Montinaro non capì che vedere quell’ammasso di lamiere sarebbe stato forse più evocativo di qualunque racconto o immagine. La Croma da quel giorno è stata trasferita alla caserma Lungaro di Palermo, dove però resta pochi giorni l’anno.

la Quarto Savona 15 al teatro Vittorio Emanuele

La Quarto Savona 15 è stata al centro del piazzale antistante il teatro, nell’ambito della mostra che sarà visibile fino a sabato 15 gennaio. (A questo link i dettagli della mostra).

Nei primi giorni sono stati già tantissime le persone che si sono avvicinate incuriosite, moltissimi ragazzi, visibilmente colpiti e commossi.

Video di Matteo Arrigo, servizio di Alessandra Serio

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2 commenti

  1. GRAZIE DOTT.RE FALCONE. OGNI PAROLA E’ SUPERFLUA.

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  2. La QUARTO SAVONA 15 DEVE rimanere IMPRESSA non solo nella memoria, ma negli occhi di tutti , perché racchiude l’ ORRORE e LA FEROCIA della mafia che ha trucidato il magistrato FALCONE insieme alla MOGLIE,e alla sua SCORTA🥺…. è da brivido VEDERE come è ridotta la macchina della scorta e ha fatto benissimo l’ispettore messinese a non farla distruggere e TINA MONTINARO in seguito a volerla rendere visiva a TUTTI…MERITA una collocazione PERENNE a MEMORIA e TESTIMONIANZA che in quel groviglio di lamiere la mafia ASSASSINA ha compiuto un MASSACRO DI INNOCENTI che NON PUÒ e NON DEVE ESSERE MAI DIMENTICATO!!!!!

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