Reggio Calabria. Flash Mob del collettivo Malaerba: "il silenzio uccide l'arte" VIDEO

Reggio Calabria. Flash Mob del collettivo Malaerba: “il silenzio uccide l’arte” VIDEO

Elisabetta Marcianò

Reggio Calabria. Flash Mob del collettivo Malaerba: “il silenzio uccide l’arte” VIDEO

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mercoledì 09 Dicembre 2020 - 08:39

Malaerba:"Vogliamo attirare l'attenzione di tutti riguardo la gestione dell'emergenza per il settore dell'arte, non ci fermeremo qui."

In questo momento il settore dell’arte e degli eventi culturali attraversa una grave crisi. E’ sicuramente, uno tra i più più colpiti dalla pandemia COVID 19. I luoghi della cultura sono stati i primi a chiudere, gli eventi annullati e tutta la programmazione, in questi mesi, non è mai ricominciata davvero.

La cultura è economia

Nonostante la cultura sia un pilastro del nostro paese ed anche della sua crescita economica sono state pochissime le attenzione da parte del governo per “salvare” i tantissimi lavoratori dello spettacolo, tra cui molti stagionali e precari. Solo ora si sta muovendo qualcosa. Inoltre l’Italia è tra i pochissimi paesi, se non l’unico, a non riconoscere un albo dei professionisti per moltissime figure che si muovono in questo settore. Un gap che rende ancora più critica la condizione.

Il silenzio uccide l’arte

Molte voci si sono già levate lungo il territorio nazionale per protestare contro queste mancanze e anche Reggio Calabria ha risposto. In questi giorni è nato il comitato spontaneo Malaerba che ieri è sceso in piazza con un flash-mob. “Vogliamo attirare l’attenzione di tutti riguardo la gestione dell’emergenza per il settore dell’arte, non ci fermeremo qui. E’ già previsto un prossimo incontro in piazza Duomo il 13 dicembre prossimo dalle 18 alle 20.” chiarisce uno dei promotori Francesco Stilo Cagliostro, cantautore e musicista.

Adesso basta

Diritto al lavoro, al riconoscimento professionale, sanitario. Diritto alla creazione di un albo. Una maggiore attenzione alle tantissime categorie di artisti che lavorano troppo spesso in modo precario e saltuario. “Chiediamo il riconoscimento dell’artista come lavoratore. Le garanzie previdenziali e tutto quello che può e deve essere fatto a livello di welfare.” conclude Marika Gatto – Teatro Danza.

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