Operazione “Eyphemos” colpiti esponenti politici di spicco e tanti appartenenti a importanti cosche del territorio
Reggio Calabria, 25 febbraio – Con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso è stato arrestato e posto ai domiciliari il Sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Domenico CREAZZO di Fratelli d’Italia. Il politico, nel coltivare e realizzare il progetto di candidarsi e vincere le elezioni regionali del gennaio 2020, si era rivolto alla ‘ndrangheta (in particolare a Domenico LAURENDI) dapprima attraverso il fratello Antonino CREAZZO,in grado di procacciare voti, in cambio di favori e utilità, grazie alle sue aderenze con figure apicali della cosca ALVARO e poi direttamente, al fine di sbaragliare gli avversari politici.
Con la sua azione pervasiva, la ‘ndrangheta è riuscita a collocare propri membri ai vertici del governo, dell’assemblea elettiva e all’interno degli apparati dell’amministrazione comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte.
Con il ruolo di capo, promotore ed organizzatore dell’associazione mafiosa è stato arrestato, in esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere. il Vice Sindaco, Cosimo IDÀ, artefice di diverse affiliazioni che avevano determinato un forte attrito con le altri componenti del locale di ‘ndrangheta eufemiese e l’alterazione degli equilibri nei rapporti di forza tra le varie fazioni interne allo stesso.
Con la contestazione di partecipazione all’associazione mafiosa sono stati arrestati in esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere il Presidente del Consiglio Comunale Angelo ALATI quale mastro di giornata della cosca, il Responsabile dell’Ufficio Tecnico ingegnere Domenico LUPPINO, referente della cosca in relazione agli appalti pubblici del comune e Domenico FORGIONE, inteso “Dominique”, consigliere comunale di minoranza. Quest’utimo aveva il compito di monitorare gli appalti del comune per consentire l’infiltrazione da parte delle imprese riconducibili alla cosca eufemiese. Arrestati boss, elementi di vertice, luogotenenti e nuove leve della cosca ALVARO. Determinanti le intercettazioni.
Gli interessi illeciti della cosca locale Eufemiese. Le estorsioni e il traffico di droga.
Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, i poliziotti del Commissariato di Palmi [RC] e della Squadra Mobile del capoluogo reggino hanno arrestato elementi di vertice della cosca ALVARO, boss storici, personaggi di spicco, luogotenenti e nuove leve dell’articolazione di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Fra essi figurano:
- Il boss Cosimo ALVARO detto Pelliccia a cui il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere perché detenuto per altra causa
- Domenico ALVARO detto Micu classe 1977
- Savatore ALVARO detto Pajeco classe 1965
- Francesco, CANNIZZARO alias “Cannedda” classe 1930 [che partecipò allo storico summit di Montalto nel 1969]
- Cosimo CANNIZZARO, alias “spagnoletta” classe 1944
- Domenico LAURENDI , alias “Rocchellina”, imprenditore ed elemento di primissimo piano della ‘ndrangheta eufemiese.
Le indagini sono state condotte con l’irrinunciabile ricorso alle intercettazioni grazie alle quali è stato possibile individuare le gravi vicende criminali che hanno determinato il graduale potenziamento dell’articolazione di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte e quindi degli ALVARO.
Oggi il clan ALVARO è una potente cosca della ‘ndrangheta unitaria, operante nella provincia di Reggio Calabria, in altre regioni dell’Italia e all’estero, che trova la sua forza anche nei legami con altre potenti cosche e nei solidi rapporti di alleanza con altre famiglie ‘ndranghetistiche.
L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria fa luce sui diversificati interessi illeciti della cosca di Sant’Eufemia d’Aspromonte, svelando un accentuato dinamismo nel sistematico ricorso ad attività estorsive nei confronti di operatori economici e titolari di imprese. Estorsioni per alcune decine di migliaia di euro venivano imposte, con minacce anche ambientali, agli imprenditori durante l’esecuzione di lavori pubblici nel comune di Sant’Eufemia [rifacimento di edifici, risanamento del dissesto idrogeologico, risparmio energetico degli impianti di pubblica illuminazione, completamento di strade] e in centri viciniori [ristrutturazione di un edificio scolastico di San Procopio].
Ad alcuni titolari di imprese impegnate nell’esecuzione dei suddetti lavori veniva imposta, con la forza dell’intimidazione derivante dall’appartenenza alla cosca, l’assunzione di maestranze di ditte ad essa riconducibili.La cosca gestiva anche un lucroso giro di sostanze stupefacenti e infatti diversi affiliati sono stati arrestati con l’accusa, a vario titolo, di cessione, acquisto, coltivazione, tentata importazione, offerta in vendita di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e marijuana.