Reggio. Cinque arresti, per faida interna alla cosca Condello NOMI e VIDEO

Reggio. Cinque arresti, per faida interna alla cosca Condello NOMI e VIDEO

Dario Rondinella

Reggio. Cinque arresti, per faida interna alla cosca Condello NOMI e VIDEO

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lunedì 20 Giugno 2022 - 10:43

L'operazione di questa mattina, eseguita dai carabinieri ha portato all'arresto di cinque persone accusate di associazione mafiosa

REGGIO CALABRIA – Sono accusate di associazione mafiosa le cinque persone arrestate stamane dai carabinieri, tutti appartenenti alle cosche cittadine “Condello” e “Rugolino” oltre che del locale di Oppido Mamertina.

I NOMI

I destinatari della misura sono: Giordano Filippo cl. 71 di Reggio Calabria; Iannò’ Sergio cl. 72 di Reggio Calabria; Germanò Giuseppe, cl. 70 di Reggio Calabria; Germanò Luigi cl. 74 di Reggio Calabria; Callea Salvatore, cl. 67 di Oppido Mamertina (RC).

Il provvedimento odierno costituisce l’esito di un approfondimento investigativo condotto dai
militari del Nucleo Investigativo di Reggio Calabria che, ha consentito di individuare, gli odierni indagati quali appartenenti alle cosche cittadine “Condello” e “Rugolino” oltre che del locale di Oppido Mamertina.

L’attività d’indagine trae spunto ed origine da due rilevanti fatti di sangue verificatisi a Reggio Calabria tra il 2010 ed il 2011, quale cruento epilogo di una faida tra due fazioni interne all’anima condelliana della ‘ndrangheta di Archi, che intendevano assumere l’una a discapito dell’altra il predomino criminale sulla frazione di Gallico.
Il primo è occorso il 20 settembre 2010, quando è stato assassinato Domenico Consolato
Chirico , ritenuto esponente di primo piano della ‘ndrangheta gallicese, nonché genero del
defunto boss Paolo Surace, a sua volta assassinato il 10 dicembre 1988 in un agguato
mafioso insieme a Domenico Caristano.

Il secondo, invece, è avvenuto 12 agosto 2011, quando è stato assassinato Giuseppe
Canale, il cui movente – così come emerso nell’ambito di altro procedimento penale della
Dda reggina, che ha portato all’arresto dei mandanti ed esecutori dell’efferato omicidio – si
inquadra in un chiaro contesto di criminalità organizzata e rappresenta proprio una risposta
all’assassinio di Domenico Chirico, in seguito allo scontro venutosi a creare all’interno delle
organizzazioni criminali operanti in quel territorio, finalizzato al raggiungimento di nuovi equilibri
criminali.

In relazione a questo secondo fatto omicidiario, in una prima fase le indagini hanno condotto, il
10 novembre 2017, all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti
dei materiali esecutori, Loielo Cristian, Figliuzzi Nicola e Callea Salvatore, e dei mandanti Giordano Filippo, Marcianò Domenico e Iannò Sergio. Successivamente, il 25 luglio 2018 è stata data esecuzione ad una seconda ordinanza di custodia cautelare derivante da ulteriori approfondimenti sull’efferato fatto di sangue portando all’arresto di Crupi Antonino, Germanò Giuseppe e Zappia Diego. Tale accertamento è divenuto definitivo con sentenza passata in giudicato.

Assodato che l’omicidio di Giuseppe Canale, così come ancor prima quello di Domenico Consolato Chirico, è da inquadrarsi in un contesto di criminalità organizzata, frutto come detto di uno scontro tra due opposte fazioni interne alla stessa articolazione di ndrangheta degli arcoti per il predominio criminale sulla frazione di Gallico, l’odierna ordinanza ha cristallizzato gli elementi di natura oggettiva dai quali è possibile desumere in maniera fattuale l’appartenenza alla ndrangheta di parte dei mandanti ed esecutori dell’efferato crimine. Infatti, quattro dei cinque odierni arrestati erano già stati oggetto delle precedenti ordinanze cautelari in relazione al fatto omicidiario.

In quest’ottica risultano altamente chiarificatrici le sopraggiunte dichiarazioni di altri collaboratori
di giustizia che ben si innestano con le pregresse risultanze investigative.
Le indagini condotte hanno consentito di raccogliere gravi indizi di reità sulle seguenti
appartenenze a cosche di ‘ndrangheta:

  • Salvatore Callea quale esponente della locale di ‘ndrangheta di Oppido Mamertina;
  • Sergio Iannò, che avrebbe fatto parte della cosca Rugolino di Catona di Reggio Calabria;
  • Filippo Giordano, Giuseppe Germanò e Luigi Germanò, individuati nelle indagini
    come esponenti della cosca Condello di Archi di Reggio Calabria. Giordano, Iannò, Callea e Germanò Giuseppe sono stati raggiunti dall’odierna misura cautelare mentre si trovano già in regime di detenzione carceraria, in quanto hanno tutti riportato condanna divenuta definitiva ad aprile 2022, come detto, proprio per l’omicidio di Giuseppe Canale. Il solo Luigi Germanò, invece, è stata oggi associato alla Casa Circondariale, in quanto si trovava in regime di arresti domiciliari, quale misura cautelare riportata nell’ambito dell’indagine “Metameria” per trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso.

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