Il deputato regionale e sindaco di S. Teresa ha presentato questa mattina una interrogazione all'assemblea regionale siciliana
PALERMO – E’ stata depositata questa mattina una circostanziata interrogazione parlamentare dal deputato regionale Danilo Lo Giudice, al fine di ricevere chiarimenti in merito alle risorse finanziarie per gli enti locali, annunciate in occasione della Finanziaria regionale di Maggio, di cui a tutt’oggi non si hanno notizie certe. “I comuni siciliani, a seguito della pandemia – dichiara il deputato che è anche Sindaco di Santa Teresa di Riva – stanno vivendo una situazione di grande difficoltà e nella finanziaria regionale avevamo salutato con grande favore alcuni importanti provvedimenti che potevano rappresentare un’importante boccata di ossigeno per evitare il rischio default di alcuni di essi”.
Adesso, però, iniziano ad emergere delle contraddizioni importanti, prima fra tutte l’impossibilità di coprire i 115 milioni inerenti il Fondo investimenti degli enti locali, tramite l’impiego dei fondi Poc. Nella seduta del 20 ottobre della Conferenza Regione – Autonomie Locali viene evidenziato che secondo quanto comunicato dal Dipartimento regionale della Programmazione, risulterebbe impossibile finanziarlo con le risorse del Poc come previsto con la legge di bilancio regionale. “Queste risorse – continua Lo Giudice – sono state chiaramente inserite nei bilanci degli enti locali, e una mancata erogazione rappresenterebbe una criticità non superabile; se a questo aggiungiamo un’altra paventata ipotesi ovvero quella di trasferire le risorse del fondo perequativo non come entrata corrente, bensì in conto capitale, questo tecnicismo determinerebbe uno squilibrio di bilancio impossibile da sanare. Questi nodi – conclude Lo Giudice – devono essere chiariti nell’immediato, cosi come anche la situazione inerente la mancata erogazione del 70% inerente i buoni spesa per le famiglie disagiate, di cui ad oggi non vi è certezza, cosi come anche le risorse destinate alle imprese che sono caduti in un assordante silenzio non più tollerabile”.