#gdf di #messina arresta un farmacista e un medico di base per truffa all'Asp, sospesi altri 5 medici, sequestri per 50 mila euro. Utilizzavano false ricette per acquisire rimborsi non dovuti
La Guardia di Finanza di Messina ha arrestato per truffa all’Asp un noto farmacista della città dello Stretto, Sergio Romeo (44 anni) e un medico di base, Ciro Liosi (65), entrambi ai domiciliari. Sospesi dalla professione medica per un anno altri cinque medici di base: Filippo Gregorio Cutrì (66), Salvatore De Domenico (67), Santi Ielo (68), Basilio Cucinotta (68), Nunzio Minutoli (53). Scattato anche il sequestro preventivo per circa 50 mila euro complessivamente. Altri cinque gli indagati a piede libero.
L’indagine è del Gruppo di Messina delle Fiamme Gialle, ai comandi del Maggiore Andrea Pancaldo Trifirò, ed è stata ribattezza Apotheke perché al centro della vicenda c’è la farmacia di Villaggio Aldisio di Romeo, la cui saracinesca la notte di Capodanno è stata crivellata da colpi d’arma da fuoco. I finanzieri hanno acquisito parecchia documentazione presso varie sedi dell’Asp, sono scattati i sequestri negli studi medici dei sanitari indagati e sono state effettuate anche intercettazioni telefoniche, oltre all’esame da parte di un consulente delle ricette segnalate come anomale.
I sette sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso ideologico, esercizio abusivo della professione medica, somministrazione di morfina senza la prevista prescrizione medica.
Avrebbero truffato all’Asp almeno 140 mila euro ma si tratta di una quantificazione probabilmente per difetto, perché i riscontri sulle ricette rosse sono ancora da accertare con esattezza.
A far scattare l’inchiesta è stata una segnalazione dell’Asp su alcune ricette rosse giudicate anomale e un flusso di rimborsi, tutti canalizzati alla stessa farmacia di Villaggio Aldisio, per l’acquisto di dispositivi medici e farmaci molto costosi, per lo più destinati a pazienti affetti da patologie di una certa rilevanza, come trapiantati o malati cronici, tutti col rimborso ticket.
Tutti acquisiti effettuati nella stessa farmacia, che per di più mentre le vendite nelle altre farmacie messinesi calavano, soprattutto per questo genere di dispositivi, al contrario registrava in pochi anni un vero e proprio boom degli affari.
Tra ricette rosse e bianche nel 2015 la farmacia registrava 827 mila euro circa; nel 2016 erano diventati un milione 360.369,35 nel 2017 poco più di un milione e mezzo.
A mettere in piedi il sistema, secondo gli investigatori, erano proprio Romeo e la madre, insieme a due dipendenti della farmacia, che grazie ai medici avevano testato un meccanismo, ben rodato, finito per diventare il vero e proprio business, di cui la rivendita di farmaci era soltanto una “facciata”.
Una vera e propria catena di produzione di false prescrizioni mediche, attraverso il continuo approvvigionamento di ricette rosse sulle quali apporre le fustelle, provenienti per lo più da farmaci scaduti, o venduti a clienti fidelizzati, senza ricetta e con lo sconto. In alcuni casi accertati, questi prodotti venivano poi rivenduti all’estero, in qualche episodio sono arrivati fino in Russia.
Le prescrizioni, quasi 500 quelle analizzate dai finanzieri e relative al periodo che va dal 2016 al 2018, come detto riguardavano solitamente farmaci molto costosi, anche fino a quasi 600 euro, normalmente prescritti in caso di trapianto di organi, post chemioterapia e altre patologie importanti. Questi farmaci, attraverso le false attestazioni mediche su cui c’erano i timbri e firme riconducibili ai sei medici coinvolti nel blitz, venivano prescritti a pazienti deceduti o inesistenti.
Successivamente, si passava alla meticolosa preparazione di una contabilità amministrativa apparentemente regolare, finalizzata alla riscossione dei rimborsi chiesti mensilmente e successivamente liquidati dall’Azienda Sanitaria Provinciale.
“L’odierna operazione testimonia, ancora una volta, l’impegno profuso dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Messina nel “contrasto agli illeciti in materia di Spesa Pubblica”, con particolare riguardo al settore della spesa sanitaria, notoriamente con un peso rilevante nei bilanci Regionali e Nazionali.
Tale impegno operativo conferma, ulteriormente, l’importanza del ruolo di Polizia economico finanziaria del Corpo a tutela degli interessi economico – finanziari nazionali, regionali e locali, soprattutto in questo periodo di forte stress per il sistema sanitario nazionale.”, recita una nota ufficiale della Guardia di Finanza.
e poi a chi ne ha diritto il medico si nega