REGGIO CALABRIA – Per il lettore distratto che avesse giusto guardato foto o video: no, non siamo nelle suburbia di Kinshasa, e neppure tra i martoriati indiani del Chhattisgarh.
Siamo a Reggio Calabria, più precisamente ad Arangea, periferia Sud della città sviluppatissima commercialmente.
Alle 8 circa di questa mattina, mentre decine di persone entrano ed escono da uno dei bar più rinomati e frequentati della città, a un centimetro da una dozzina di auto parcheggiate a bordo strada qualche sciagurato ha l’idea malsana d’appiccare il fuoco al “solito” cumulo di spazzatura.
In pieno giorno. In mezzo alla gente.
In fondo, si potrà anche pensare…, nulla di poi così diverso da quanto Tempostretto aveva già documentato, col rogo d’immondizia in pienissimo giorno a Modena – quartiere semicentrale in zona Sud -, giusto davanti al Campo Coni, frequentatissimo da atleti e amatori dell’atletica leggera.
Oltre il proprio naso, nulla importa al balordo di turno in azione ad Arangea di ciò che accade o che potrebbe accadere.
Nulla, della nocività delle tossine che si sprigionano per la combustione d’immondizia; nulla, della concreta possibilità di dare origine a un rogo devastante dalle conseguenze imprevedibili, se solo le fiamme avessero lambito anche soltanto una delle vetture messe in fila giusto lì davanti. (A ridosso delle quali – è chiaro! – altri folli hanno gettato altri sacchetti di rifiuti).
Un fumo densissimo e dall’odore mefitico si solleva mentre il fuoco investe i sacchetti pieni, travolgendo in pieno la bottega di generi alimentari (!). Una signora esce con un piccolo vassoio di dolci e cerca le chiavi, poi la macchina. Qualcuno ci passa accanto. Mormora qualcosa, poi passa avanti.
Sarà così, almeno fino alle prossime fiamme.