Lo sostiene il direttore sanitario del Policlinico di Messina, Giuseppe Murolo: "Asp, aziende ospedaliere e media dobbiamo informare i pazienti"
di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Matteo Arrigo
MESSINA – “Un problema enorme è quello delle liste d’attesa. L’assenza di una risposta efficace nell’assistenza territoriale causa l’intasamento delle stesse liste. Ma esiste un nuovo modello che può evitarle e tutti devono conoscerlo. Il punto di partenza è la presa in carico”. A Giuseppe Murolo, direttore sanitario del Policlinico universitario “Gaetano Martino” di Messina, preme insistere su quest’aspetto: “Quando un paziente non è alla prima visita per un problema nuovo e ha già riconosciuta una sua patologia, non deve aspettare. Il nuovo modello assistenziale consente tutto questo: fatta la prima visita, il paziente avrà in calendario tutte le visite successive. Quando si ha bisogno, invece, di una prima visita non correlata alla patologia già certificata posso andare in ospedale. E, in quel caso, posso ridurre i tempi perché i primi accessi essendo andati sul versante della presa in carico, si sono ridotti”.
Il direttore sanitario lo ribadisce: “Se io ho il diabete, ad esempio, non devo prenotare la visita. Una volta che ho la diagnosi, devo avere, io paziente, in calendario tutti gli esami per evitare le complicazioni, seguendo le linee guida. Per non parlare delle patologie oncologiche, a volte intasate proprio dalla mancata distinzione tra prima visita e appuntamento in calendario per chi è già stato inserito in un percorso di cura”.
Ma come fare valere i propri diritti in caso di prenotazione lontana nel tempo, dato che si tratta di un meccanismo da perfezionare e ancora sono tanti gli intoppi? Per il direttore Murolo, “Asp, Regione, Policlinico, aziende ospedaliere e media dobbiamo insieme educare le persone a utilizzare i nuovi strumenti. Uno di questi è il Cup, Centro unico prenotazioni, che racchiude tutte le opportunità di offerta territoriale e ospedaliere. Il tutto all’interno di un unico contenitore che consentirebbe, distinguendo il primo accesso a quelli già inseriti in un percorso di cura, di gestire al meglio le prenotazioni. Le visite di chi ha già riconosciuta la patologia dovrebbe essere già inserite in calendario. Sotto quest’aspetto, è importante la collaborazione con la medicina territoriale, i medici di Medicina generale, i pediatri di libera scelta”.