"Priorità alla salute e poi all'istruzione". L'assessore alla scuola Laura Tringali esprime forti perplessità sul possibile ritorno a scuola di lunedì. Servizio di Silvia De Domenico
“Anche se i dati emersi dallo screening sulla popolazione scolastica (25 positivi su 8.180 tamponi) sono confortanti nutro forti perplessità sul rientro in aula previsto per lunedì 1 febbraio”, così l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Messina Laura Tringali commenta l’apertura degli istituti scolastici cittadini. E continua: “E’ un atto dovuto, quasi costretto. Ci atterremo a quanto deciderà il Presidente della Regione Musumeci”.
La riapertura delle scuole a Messina dipenderà quindi dalla colorazione della Sicilia. Se la regione rimarrà rossa lunedì torneranno in classe tutti gli alunni dall’infanzia alla prima media, se transiteremo al colore arancione il rientro a scuola riguarderà anche gli studenti più grandi (anche le superiori al 50%).
Ma l’assessore ribadisce anche la preoccupazione di migliaia di famiglie messinesi che quotidianamente chiedono all’amministrazione di tenere ancora le scuole chiuse. “La paura data dall’aumento dei contagi in città è tanta. Temiamo che molti genitori non manderanno comunque i figli a scuola. Ci aspettiamo un alto indice di assenze e dispersione“.
Servizio di Silvia De Domenico
È tanto difficile predisporre bus, con capienza dimezzata, esclusivamente per il trasporto studenti, nelle apposite fasce orarie?! E seguire la normativa per le attività interne alle scuole, come fanno nel resto d’Italia?! Siete solo un lamento continuo. A Bergamo vanno a scuola da settembre.
Non si discute l’importanza della salute. Ciò non toglie che se i numeri dello screening sono confortanti perché continuare con la chiusura delle scuole? D’altronde in altre regioni in cui l’impatto del virus è stato decisamente diverso che in Sicilia, sia per contagi che per decessi, le lezioni sono riprese. Che senso ha aver speso soldi in banchi e quant’altro per la sicurezza? Senza dimenticare che per i ragazzi questa forma di didattica alla lunga non è producente.
Ma basta!!!!Fate rientrare questi ragazzi che non possono continuare così!!!
Non capisco perché, nonostante i risultati positivi degli screening e le disposizioni nazionali, si abbia così tanta paura ad aprire le scuole. Forse oltre ai limiti dei “nemici giurati” (La Paglia ed asp in generale) si ha paura dei propri? Oppure non ci si vuole assumere la responsabilità di (saper) organizzare un trasporto locale decente dedicato agli studenti e di (essere in grado) organizzare un servizio di piantonamento dei vari istituti Scolastici agli orari di ingresso e di uscita per fare rispettare le normative anticovid (uniche occasioni di assembramento)? Forse il Sig. Sindaco dovrebbe dedicarsi al 100 % a gestire la città…
Le scuole vanno riaperte perché i bambini hanno il diritto all’istruzione ed il sistema pubblico deve adottare le procedure che sono allegate al DPCM del 14 gennaio 2021 e che esistono da mesi e sono conosciute dal comune dai dirigenti scolastici. Il rischio del contagio esiste e va affrontato con serietà, e non esorcizzato tenendo i bambini a casa, ostaggio dell’incapacità di chi non vuole adempiere ai propri doveri.
Evviva zero contagi, la scuola può riaprire. Ma siete folli. Il virus si è portato via mia madre. Ma secondo voi, se i genitori lavorano, dove stanno i nipoti. Ovvio con i nonni, quindi carneficina assicurata . E la variante inglese dove la mettiamo. Confido nel buon senso dei politici.
Non esiste l’obbligo di lasciare i nipoti ai nonni (né questi sono obbligati a tenerli), anzi è fortemente raccomandato evitarlo. Difatti chi presta attenzione ai propri cari non lo fa! È tra le mura domestiche che si ravvisa il maggior numero di contagi ed è tra le mura domestiche che dovrebbe esserci maggiore attenzione. Nel resto d’Italia, anche nelle zone che hanno avuto il maggior numero di contagi, le scuole sono aperte da settembre e i negozi individuati dal Governo come “di prima necessità” sono sempre stati aperti. Qui mi risulta che siamo ancora Italia. Il covid si è portato via anche una mia parente, 87 anni, e non certo per le scuole o i negozi!
Se i genitori lavorano, i figli stanno per l’appunto a scuola…
Per i signori che nn aspettano altro che l’apertura delle scuole;
pregherei di spiegarmi perchè pizzerie ristoranti o addiritura bar e pasticcerie nei quali esercizi si entra si consuma e si va via nn possono stare aperti …mentre le scuole a parer vostro possono tranquillamente farlo con classi da 20/25 ed anche 30 ragazzi per 20/ 25mq 5/6 ore nello stesso ambiente…ora mi chiedo quale mente eccelsa non riesce a pensare che i ragazzi veicolando l’infezione a casa tra adulti possano creare un emergenza sociale e sanitaria visto anche le nostre strutture ….chi dovrebbe essere denunziato per omicidio colposo nel caso in cui
dovesse venire a mancare il genitore di qualche alunno …dirigente scolastico sindaco o presidente della regione…..esiste un elemento funzionale che riduce i rischi e si chiama DAD… nn credo che i ragazzi se nn frequentano la scuola vadano in crisi depressiva…visto che sia mio nonno che mio padre durante la guerra sotto i bombardamenti nn andavano a scuola…si sono cmq lauerati e nn hanno mai sofferto di depressione maggiore…..secondo me il problema siete voi genitori….i ragazzi a casa danno fastidio bisogna avere un occhio in piu per loro e magari castreranno le vostre pseudo liberta’.(bici,amanti running) e no mica si puo
Quando c’e` la guerra e’ guerra per tutti ricordatevelo….e non crediate che voi siate immuni e’ sempre facile quando le disgrazie toccano gli altri.