Sequestro Sofia, una storia a lieto fine grazie alla velocità d'azione delle forze dell'ordine VIDEO

Sequestro Sofia, una storia a lieto fine grazie alla velocità d’azione delle forze dell’ordine VIDEO

Dario Rondinella

Sequestro Sofia, una storia a lieto fine grazie alla velocità d’azione delle forze dell’ordine VIDEO

giovedì 23 Gennaio 2025 - 08:13

Un sequestro, con ogni probabilità premeditato, avvenuto perché i due non potevano avere figli

COSENZA – Se su alcuni punti della vicenda che ha visto protagonista la piccola Sofia, tanto grave da un lato e per altri tanto assurda, è stata fatta luce, su altri ancora necessitano ulteriori chiarimenti. E’ quanto è emerso nel corso della conferenza stampa, tenutasi in Questura a Cosenza, dalla Squadra Mobile che ha diretto e coordinato le operazioni, che hanno portato al ritrovamento della piccola neonata, sequestrata dai due coniugi, Rosa Vespa e Acqua Moses. I due adesso si trovano in carcere, lei in quello di Castrovillari, il marito in quello di Cosenza. La piccola Sofia invece sta bene ed è ritornata tra le braccia della madre.

Un sequestro, con ogni probabilità premeditato, avvenuto perché i due non potevano avere figli. La piccola Sofia, lo ricordiamo, è stata ritrovata a casa dei parenti (ignari) della donna, intenti a festeggiare però, per come avevano fatto credere i due coniugi sequestratori, la nascita di un maschietto, come ha dichiarato il dirigente della squadra mobile cosentina, che ha preso materialmente in braccio la piccola Sofia e l’ha riportata in tra le braccia della madre. Una storia a lieto fine sì, su cui adesso gli inquirenti dovranno chiarie numerosi aspetti, come ad esempio, su come la donna sia potuta entrare nella clinica ed uscire in modo indisturbato con la neonata, oppure che la piccola Sofia potrebbe essere stata sequestrata per errore, visto e considerato che la stessa Rosa Vespa, per nove mesi aveva fatto credere ad amici e parenti di essere in attesa di un maschietto, con tanto di ecografie (ovviamente false), acquistando indumenti per neonato.

“Fondamentali – hanno inoltre spiegato gli inquirenti – i sistemi di videosorveglianza sia della struttura che all’esterno. Vediamo nel video una donna italiana che, insieme un uomo dai tratti somatici non italiani, prendono questo bimbo, lo spostano da una culla, escono dalla struttura e si allontanano in auto. Siamo partiti dai volti parziali dei due e dal tipo di autovettura anche se non avevamo la targa. Devo dire che grazie a tutti gli agenti della mobile e alla conoscenza del territorio da parte di tutti, ma anche all’appoggio dei vari uffici come Digos e polizia postale che ha monitorato il Web. Abbiamo così identificato la possibile coppia che aveva messo in atto il gesto e ci siamo portati verso casa loro. Una volta arrivati ci siamo trovati davanti la macchina segnalata e un’abitazione con un fiocco azzurro sia al portone che davanti la porta d’ingresso dell’appartamento”.

“Rosa è entrata in stanza e si è spacciata per puericultrice”

“Quando la donna è entrata nella stanza – ha raccontato il papà della piccola Sofia – eravamo tutti insieme, io, mia moglie, mia suocera e mio figlio. Quando è venuta è stata soprattutto mia suocera ad avere il sospetto perché non l’avevamo mai vista. Lei è entrata dicendo che era una puericultrice che doveva pulire la bambina. Noi abbiamo detto che la bambina era stata cambiata e ci ha chiesto se fossero passate più di tre ore. Alla nostra risposta affermativa ci ha detto ‘allora ve la cambio’. E noi gliela abbiamo data, non potevamo pensare a tutto il resto. Sembrava serena, non c’era nulla di strano. Quando poi ho visto le immagini della telecamera, all’inizio ho pensato di tutto, magari questi potevano andare chissà dove con la bambina. In quel momento ne pensi tante”.

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